Spesso, molto, molto spesso, in questo sito, l’occasione per discorrere, con i gentili lettori, è costituita da un’immagine, una sola fotografia.
Un tramonto,
un’alba,
…. entrambi, momenti della giornata, che l’Asinara è in grado di offrirci al massimo del loro splendore.
Il mare, ah che dire…
esso diviene la scusa sempre presente, per i racconti o per spolverare ricordi… e ancora
le insenature,
le spiagge,
gli animali,
le piante
e l’aria, sono tutti buoni argomenti …. emozionali.
Ma “l’isola che c’è e l’immagine che non c’è” sarebbe sicuramente un buon titolo per un articolo ed una onesta modalità di cattura dell’attenzione del lettore.
Una fotografia inedita della Cappella Austroungarica di Cala Reale.
L’immagine appena inserita è una “fotografia oggi impossibile da scattare” poichè si tratta di una “fotocomposizione“, cioè del risultato di una lunga serie di prove e di restauri grafici (r.g) operato sopra due campioni.
Il primo esemplare è costituito dall’immagine recente, scattata nel 2018 da Ivan Chelo, in occasione di una visita nell’isola dell’Asinara.
Il secondo campione è la doppia vetrata immortalata più di 91 anni fà, nel lontano 1929 e riportata nella “Relazione del campo di Prigionieri colerosi all’isola dell’Asinara nel 1915 – 16″ firmata dal Gen. Carmine Ferrari (pag 410).
L’inizio di questa personale ricerca, ha origini lontane nel tempo e si colloca proprio quando, nel 2018, l’appassionato Ivan Chelo rientrò dalla gita e mi fece dono di diverse immagini scattate alla Cappella austro ungarica di Cala Reale, di cui piu volte abbiamo riferito, come richiamato dall’apposito link.
Un’altra persona coinvolta, che tengo, in particolar modo, a citare è il coautore del pregevole testo “dai Balcani all’Asinara” Giovanni Terranova.
Quello scritto a due mani, con Marco Ischia, è un volume che, credo, non dovrebbe mancare nella libreria di ogni appassionato della storia dell’isola.
Un’opera, quella dei due autori, di una precisione quasi esasperata che è frutto dell’amore con cui Giovanni Terranova, da molto tempo, dedica unitamente alla sua passione ed al rigore, per la ricerca e lo studio della vicenda dei Prigionieri austro ungarici all’Asinara.
Giovanni Terranova, nel tempo, ha effettuato numerose visite per approfondire le storie dolorose e ricordare, con la deposizione di corone commemorative, anche le comunità trentine e sud-tirolesi.
Per la sua intensa attività Giovanni Terranova è stato insignito della Croce Nera del Tirolo (Schwarzes Kreuz) della Ehrenkreuz di prima classe.
In questo sito vi sono altri riferimenti a Giovanni Terranova in particolare l’articolo “Swaba” in cui abbiamo analizzato altre immagini, anch’esse inedite e raccolto quattro filmati relativi alla presentazione ufficiale del libro.
Recentemente Giovanni Terranova ha chiesto, attraverso un amico comune, alcune delucidazioni e proprio questa comunicazione ha riacceso la fiammella, mai sopita, della Cappella di Cala Reale per provare a ricollocare al loro posto, le vetrate dipinte dal prigioniero ungherese István Szász di cui, purtroppo, poco si conosce.
Per tornare alla ricostruzione, ecco di seguito, le due vetrate, fotografate dall’interno della cappella, così come appaiono nella Relazione Ferrari. Si rilevano, in trasparenza, anche le righe della pagina successiva.
Ed ecco, nelle foto che seguono, le due vetrate separate e restaurate graficamente, per quanto sia stato possibile fare, con le scritte originali (Fig. 3 e 4).
A questo punto appare possibile anche decifrare, sia pure con qualche difficoltà, la scritta sottostante l’effige di S. Francesco che reca: “S. Francesco d’Assisi” (Fig. 3) e quella dell’Immacolata Concezione (Fig. 4) che reca: “Regina sine labe originali concepta” dal latino:
“Regina concepita
senza
peccato originale“
Ne possiamo dedurre, con assoluta certezza che le due fotografie siano state scattate, circa sessant’anni fà, dall’interno della cappella.
Infatti le scritte, ora rese maggiormente evidenti, sono normalmente leggibili, da sinistra verso destra.
Per dirimere il dubbio sull’esatto posizionamento delle vetrate è stata osservata attentamente l’unica immagine esterna alla Cappella, sempre proveniente dalla Relazione Ferrari, unitamente alle parole che le descrivono (pag 409):
“All’esterno, gli archi delle due finestre laterali sono segnati da due curvi rami di spine, ed al vertice di uno di tali archi vi è, in rilievo, la testa della Maddalena, nell’altro quella di Gesù.”
Infatti nella Fig. 5, sulla sommità dell’arco acuto, che sovrasta la figura mariana, si rileva il volto che poi, confrontato con quello che sarà mostrato, risulterà combaciare con il bassorilievo della testa della Maria Maddalena.
Si sottolinea che la scritta, sottostante la figura nella foto soprariportata, in questo caso non molto visibile, con molta probabilità, sia leggibile soltando “specularmente” e non “normalmente“, cosa che conferma indirettamente che lo scatto (come è indicato nella didascalia originale) ha inteso riportare il lato esterno della cappella.
Si uniscono le foto attuali (ph I.Chelo), ingrandite dei due bassorilievi che sormontano le finestre ad arco acuto, per prima quella di destra con il bassorilievo del volto di Cristo (Fig. 6)
poi quella di sinistra con il bassorilievo del volto di Maria Maddalena (Fig. 7).
Se si procede al confronto delle foto 5 e 7 è facile evidenziare la corrispondenza della seconda immagine (Maria Maddalena) con quella esterna della Rel. Ferrari che sotto è stata ingrandita (Fig. 8).
Nel prosieguo del tempo, analogamente a quanto fatto con la finestra di destra (con l’immagine di S.Francesco), tenteremo di ricollocare le vetrate originali anche nella finestra di sinistra (con l’immagine della Immacolata Concezione) e nel rosone, alle spalle dell’altare con l’immagine della “pace”.
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Qualche articolo presente nel sito oltre quelli già linkati:
La Cappella austro ungarica Il deserto di Stretti Il fulmine austroungarico 25 maccheroni ed un litro d’acqua