Abbiamo già trattato in altre pagine di questo sito, della scomparsa pressoché totale, dai mari italiani e quindi anche da quelli che costeggiano l’Asinara, della Pinna nobilis (Linnaeus 1758) o nacchera.
Il riccio di mare, ovvero il Paracentrotus lividus (appartenente alla classe delle Echinoidea Leske, 1778 – phylum Echinodermata) sta subendo una pressione insostenibile da quando le strutture di ristorazione hanno inserito nei loro menù la “linguina al riccio”, ma ne riparleremo nell’articolo specifico.
Dell’’Haliotis lamellosa, un gasteropode il cui nome volgare è “orecchio di Venere“ che nell’isola dell’Asinara viene poco considerato dai turisti “mordi e fuggi” che non si informano sul danno provocato dal suo prelievo abbiamo già scritto.
Il quarto elemento che sta estiguendosi dal mediterraneo è l’oloturia (Holothuroidea, de Blainville 1834), comunemente appellato “cetriolo di mare”.
Veramente ci sono anche altre similitudini verbali, utilizzate localmente dai pescatori, per la denominazione di questo animale, appellativi sui quali è opportuno sorvolare, per non scadere nella volgarità gratuita.
I pescatori lo hanno, da sempre usato come esca nei palamiti e nelle lenze da pesca, per catturare orate e pelagigi di discreta fattura.
Nella pesca professionale il ritrovamento dell’oloturia nella rete è occasionale e viene liberato rapidamente e rimesso in acqua.
Gli oloturoidei o oloturie (Holothuroidea, de Blainville 1834), comunemente noti come cetrioli marini, costituiscono una classe di Echinodermi composta da 1100 specie diffuse sui fondali marini di tutto il mondo e caratterizzate da un corpo cilindrico allungato con bocca e ano situati alle estremità opposte.
Il nome comune di questi organismi bentonici (1) deriva dalla loro morfologia simile all’ortaggio ovverosia il cetriolo.
La funzione di questi animali è poco considerata, ma essenziale poiché l’oloturia ingerisce con la bocca, provvista di tentacoli, il sedimento del fondale marino e, dopo il processo digestivo, lo restituisce migliorato rispetto a quello originario.
Per questa specificità viene utilizzata insieme ai ricci di mare nelle vasche di acqua marina della facoltà di Biologia dell’Università di Cagliari
L’oloturia possiede inoltre grandi capacità rigenerative: sono infatti in grado di eviscerare, cioè espellere il lungo intestino, i polmoni acquiferi e l’unica gonade (2).
Se catturate, al fine di distrarre un eventuale predatore e facilitare la fuga, possono emettere dalla cloaca dei lunghi filamenti appiccicosi con funzione difensiva con cui invischiano il predatore.
Gli organi persi vengono rigenerati in breve tempo.
Da anni si registrano continui «saccheggi» di oloturie sopratutto nelle attività di pesca condotte nel Pacifico, nel sud-est Asiatico e nell’oceano Indiano.
Già nel 2014 Steven Purcell, un ricercatore del Centro Nazionale di Scienze Marine della Southern Cross University (Australia), pubblicò uno studio sull’Oloturia (Holothuroidea, de Blainville 1834) nel Proceedings of the Royal Society of Biological Sciences (3) in cui affermò: «Le specie sono in grave pericolo su una scala geografica molto ampia, in particolare nei Paesi a basso reddito, dove la pressione della pesca è elevata e la gestione insufficiente».
Ma a pesca dei cetrioli di mare oggi si va sempre più spesso anche in Italia: nel mar Adriatico, in Sardegna e nel mar Ionio.
Numerosi sono stati i sequestri effettuati negli ultimi anni che vanno dal litorale di Alghero al porto di Brindisi.
Nel mirino delle Capitanerie di porto ci sono pescatori di frodo che, dopo ore di immersione, riescono a portare via tonnellate di oloturie: con destinazione la Grecia.
È qui che, questi organismi subiscono processi di lavaggio ed essiccazione, poi vengono imbarcati alla volta di Hong Kong e della Cina, dove – come documentato, a più riprese, dalle autorità australiane, statunitensi e filippine – possono essere rivenduti a cifre considerevoli: fino a 600 – 1000 dollari per un chilo.
Azioni legislative 2018
L’Italia allertata dal C.N.R. ha adottato, nei confronti della pesca delle oloturie, a titolo precauzionale, un DM del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 27 febbraio 2018 in cui si dispone il divieto assoluto di pesca, di detenzione a bordo, di trasbordo e di sbarco degli esemplari della classe Holoturoidea. (seguito imm. parz. D.M. : parte motiva e art. 1)
In Oriente i piatti composti con questo organismo marino sono noti con il nome di trepang (4), in Giappone il piatto è chiamato “Namako” mentre in Indonesia si chiama “Tripang, Gamat o Balatan“e non di rado li si può trovare nei buffet di feste e nei banchetti ufficiali.
Essendo considerate delle prelibatezze, queste creature scontano prezzi elevati, soprattutto nei luoghi dove vengono consumati con frequenza, cioè in Oriente.
Consideriamo che in Cina il loro prezzo oscilla tra i 10 e i 600 dollari al chilo, con picchi di 3mila euro al Kg, per specie particolarmente pregiate, ed ecco quindi la ragione della razzia che viene compiuta e del pericolo di estinzione che corre questo animale.
In altri paesi asiatici cetrioli di mare, la cui pesca negli oceani avviene da secoli, vengono consumati sotto forma di minestre cotte in acqua di mare e poi passate in acqua dolce, o in alternativa, fritti.
Precedenti articoli sul tema della salvaguardia ambientale:
Pinna nobilis (Linnaeus 1758) o naccheraOrecchio di Venere (Haliotis lamellosa)
Menzione particolare deve essere riservata al programma da cui sono stati prelevati i fermo-immagine, ovvero TGR MEDITERRANEO nella puntata del 12.11.2019 e alla persona che ha contribuito fattivamente nella redazione del pezzo, l’amico Ivan Chelo.
note:
(1) Il benthos (o bentos, dal greco βένθος “abisso”) è la categoria ecologica che comprende gli organismi acquatici, sia d’acqua dolce che di mare, che vivono in stretto contatto con il fondo o fissati ad un substrato solido.
(2) Le gonadi, sono gli organi anatomici che, negli animali, producono i gameti, cellula riproduttiva. Negli organismi dove l’uovo viene fecondato all’interno del corpo della madre sono presenti in numero variabile, sia nell’organismo maschile sia in quello femminile.
(3) “The cost of being valuable: predictors of extinction risk in marine invertebrates exploited as luxury seafood ” – Steven W. Purcell, Beth A. Polidoro, Jean-Francois Hamel, Ruth U. Gamboa, Annie Mercier (rspb.royalsocietypublishing.org) 6 February 2014.
(4) Termine cinese. Nella cucina cinese è un piatto a base di oloturie essiccate, tagliate a pezzetti, bollite con erbe aromatiche e servite come minestra.
Le vostre informazioni sul saccheggio in sardegna sono completamente infondate , il tutto non risulta a verità , solo scrittura in quanto non d’accordo alla pesca delle oloturie ! Tutto ciò che è reditto nel mare deve essere salvaguardato è regolamentato , ma non con un blocco danneggiando sia i pescatori professionisti che le aziende che lavorano onestamente e che hanno investito a proprie spese nella classificazione delle acque rendendo il tutto legale!!! È giusto che ci sono stati saccheggi per anni nel mar ionio ma non per questo devono piangerci le aziende legali che seguono le norme igienico sanitarie e con tutta la tracciabilita europea !!! Loloturia si riproduce nel periodo delle acque calde , basterebbe far rispettare le norme facendo un fermo biologico di mesi sei iniziando da maggio ! Ci sono studi a cagliari sulla riproduzione ! Non bisogna sempre spalare anche contro chi lavora onestamente!
Gentilissimo Giuseppe Tanca,
dubito che Lei abbia letto proprio il pezzo sull’Oloturia da me pubblicato, Lei dice di aver letto di un fantomatico “saccheggio in sardegna” ???
Nel pezzo scrivo:
” in ITALIA
Ma a pesca dei cetrioli di mare oggi si va sempre più spesso anche in Italia: nel mar Adriatico, in Sardegna e nel mar Ionio.
Numerosi sono stati i sequestri effettuati negli ultimi anni che vanno dal litorale di Alghero al porto di Brindisi.
Nel mirino delle Capitanerie di porto ci sono pescatori di frodo che, dopo ore di immersione, riescono a portare via tonnellate di oloturie: con destinazione……….. etc etc”
DOVE HA LETTO LE PAROLE CHE HA RIPORTATO?
E poi conclude: “Non bisogna sempre spalare anche contro chi lavora onestamente!”
La ringrazio dell’esortazione, ma non comprendo il termine, posso assicurarLe che a me, come alle persone che seguono il sito, sta a cuore solo il futuro ecologico del pianeta che ci ospita, per cui non “SPALO” (?) nel modo più assoluto verso tutti coloro che onestamente lavorano senza considerare quella risorse come territorio di caccia esclusivo.
Un saluto
Carlo Hendel
08.12.2019 h 18,46
What is the ecological role of the sea cucumber in marine ecosystems?
Regard Telkom University
Nel testo è scritto: “La funzione di questi animali è poco considerata, ma essenziale poiché l’oloturia ingerisce con la bocca, provvista di tentacoli, il sedimento del fondale marino e, dopo il processo digestivo, lo restituisce migliorato rispetto a quello originario.
Per questa specificità viene utilizzata insieme ai ricci di mare nelle vasche di acqua marina della facoltà di Biologia dell’Università di Cagliari”
Infatti il loro ruolo è ecologico: sono detritivori, possono essere paragonati a “spazzini dei fondali” poiché riciclano la materia organica di cui si cibano per restituirla “pulita”, similari alle azioni prodotte dai lombrichi. Inoltre rimescolano il substrato e lo ossigenano e sembra siano anche in grado di espellere le sostanze digerite con pH leggermente basico, tali da tamponare l’effetto di acidificazione degli oceani (Schneider at al., 2011). E proprio perché importante per l’ecosistema, molte specie di oloturia sono inserite nella lista rossa IUCN e considerate a rischio di estinzione.
Carlo Hendel
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In the text it is written, “The function of these animals is little considered, but essential since the holoturian ingests with its mouth, equipped with tentacles, the sediment of the seabed and, after the digestive process, returns it improved from the original one.
Because of this specificity, it is used together with sea urchins in the seawater tanks of the Faculty of Biology at the University of Cagliari.”
In fact, their role is ecological: they are detritivores, they can be compared to “bottom sweepers” since they recycle the organic matter they eat to return it “clean,” similar to the actions produced by earthworms. They also stir up the substrate and oxygenate it and also seem to be able to excrete digested substances with slightly basic pH, such as to buffer the acidifying effect of the oceans (Schneider at al., 2011). And precisely because they are important to the ecosystem, many holothurian species are listed on the IUCN Red List and considered endangered.
Carlo Hendel