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muflone E. Cossu 2017

Il Viceré dell’isola, il muflone

“La Storia collettiva dell’Asinara è indubbiamente un valore in se, ma deve necessariamente essere condivisa se non si vuole che rimanga soltanto cenere.

Realizzare compiutamente questa condivisione è l’obiettivo”

Muflone – Ovis musimon

Sistematica

  • Classe: Mammiferi (2 mammelle)
    – Superordine: Ungulati (appoggia su unghielli)
    – Ordine: Artiodattili (ung. con un numero pari di dita)
    – Sottordine: Ruminanti (apparato digerente poligastrico)
    – Famiglia: Bovidi (corna cave permanenti)
    – Genere: Ovis
    – Specie: musimon (Schreber, 1782)

Caratteri distintivi
Riproduzione – ottobre/novembre
Gestazione – 150/160 giorni
Numero cuccioli – 1
Primi passi – entro due ore
Svezzamento – 6 mesi
Maturità sessuale – 12-14 mesi, sociale 3 anni
Longevità – oltre 10 anni

Ungulato di medie/piccole dimensioni, robusto e rustico. Il maschio può pesare dai 30 ai 50 kg per un’altezza, al garrese da 70 a 100 cm e lunghezza dai 95 ad oltre 130 cm, mentre nelle femmine il peso varia da 20 a 28 kg.

 

ORIGINE e AREALE dei Mufloni dell’Asinara.

Tutti i mufloni dell’Asinara hanno avuto origine da un’unica coppia introdotta sull’isola nell’anno 1952.

L’anno successivo, cioè il 1953 furono rilasciate, sempre nella zona di Fornelli, due femmine.

La distribuzione del gruppo (suddiviso in più branchi a seconda delle condizioni stagionali, di pascolo etc ) è stata costantemente localizzata nella parte a ovest di Fornelli e del massiccio del Castellaccio.

Nel 1983 la consistenza era stata stimata in circa 600-700 unità in rapido incremento.

Nel 1985, a seguito delle catture effettuate dalla Direzione, furono rilasciati dei giovani soggetti in numero di tre, un maschio ed un paio di femmine in zona Guardia Manna ad est di punta della Scomunica.

Foto. archivio R. Mirti

Foto. archivio R. Mirti

 

 

 

 

 

 

 

Vivere sull’isola e lavorare in campo ambientale è stato, per me, un immenso privilegio che non so se mai potrò restituire, almeno in parte, all’Asinara.

La vista, in lontananza, del branco di mufloni che pascolano tranquilli tra i graniti che si inerpicano sulla collina di Stretti era, ed è tutt’oggi, una rilassante visione che soltanto le immagini di ottimi fotografi riescono, qualche volta, a eguagliare. E’ il caso dello scatto di Enzo Cossu (che abbiamo inserito nella immagine in evidenza) che è riuscito a catturare un bellissimo esemplare di maschio adulto, in posa di preallarme per captare odori, movimenti e rumori lontano migliaia di metri.

muflone hendel 1985Ma ecco un’altra immagine che affianca un esemplare di muflone a due braccia che lo mantengono fermo e sono le braccia di due detenuti, che lavoravano quotidianamente al Caseificio di Cala d’Oliva e che, all’abbisogna, si prestavano a differenti mansioni.

Nel caso dell’immagine a lato si trattava del controllo periodico dei soggetti catturati e della somministrazione dei prodotti veterinari che venivano prescritti a tutti i soggetti come “antistress” e specificamente per la cura delle affezioni riscontrate dal Veterinario.

Le battute per la cattura dei mufloni.

La Direzione (1982) aveva evidenziato il carico di bestiame esistente sull’isola e nel 1983 – 84 predispose prima un Piano di decremento, che fu regolarmente approvato dal Competente Ufficio del Ministero. Conseguentemente stipulò una convenzione con L’Azienda Foreste Demaniali di Sassari per la cessione gratuita dei soggetti catturati, da destinare al ripopolamento di vaste aree della Sardegna.

Le battute ebbero inizio nel 1985 e, nella prima, furono 23 detenuti che vi parteciparono (le battute furono replicate dal 1985 al 1989) per spingere i branchi di mufloni e capre selvatiche entro recinti appositamente costruiti per consentirne la cattura.

La Direzione ha ceduto gli esemplari catturati all’Azienda Foreste Demaniali che procedeva al ripopolamento di varie zone della Sardegna (Su Filigosu – Monte Limbara – Monte Olia).

Una nota di colore. Era lo stesso detenuto che, dimostrando l’attaccamento al proprio lavoro, chiedeva successivamente, ai propri familiari in visita, notizie sullo stato degli animali e sul loro corretto rilascio e successivamente lo riferiva tranquillizzando sullo stato del nucleo liberato (normalm. due femmine ed un maschio).

 

1° cattura dic. 85
11.12.1985 Sopra riporto l’immagine del gruppo di lavoro di nove tra agenti, Assistenti e Brigadieri di Polizia Penitenziaria che aveva, dalla notte precedente, partecipato alla estenuante battuta per la cattura del Muflone all’Asinara.

Nell’immagine sopra i volti dei detenuti che parteciparono alla battuta sono stati opportunamente schermati, per impedirne il riconoscimento.

Nei mesi precedenti erano state accuratamente posizionate le reti ad imbuto per indurre il grosso del branco in fuga, ad entrare entro un recinto di notevoli dimensioni, ove gli esemplari potessero essere agevolmente catturati (diciamo agevolmente, ma agevole non era!).
I battitori partendo dal Castellaccio dirigevano il branco verso Cala di Sgombro, sino ad incanalarli nel corridoio che gradatamente conduceva al recinto di cattura.

Gli sforzi furono premiati.
Gli esemplari catturati furono, in quella occasione, 72, ma nelle battute successive questo numero si ridusse notevolmente.
hendel mufloni 1986 didascalia

Il turista che oggi, frettolosamente gira per l’isola per cercare di catturare in poche ore di permanenza lo spirito dell’Asinara, deve l’avvistamento sporadico di questo splendido animale alla bravura, alla preparazione e all’esperienza della guida che lo conduce in visita e molto spesso non si presta attenzione a questo lavoro, di sicuro molto soddisfacente, ma non certo privo di fatica, che le nostre Guide esclusive del Parco (di cui, purtroppo, anche io non parlo mai e me ne scuso) eseguono, quasi sempre, senza apparire.

Grazie

 

Branchetto al pascolo (foto E.Cossu 2016)

Branchetto al pascolo (foto E.Cossu 2016)

muflone (photo I.Chelo 2016)

 

 

 

 

 

 

 

Studio ungulati sardegna (dic 2005)
Università di Sassari Dipartimento di Zoologia e Antropologia Biologica
4.7 STIMA DELLA CONSISTENZA DEL MUFLONE SU SCALA REGIONALE

L’areale di distribuzione del muflone si articola su 5 sub-areali (vedi capitolo precedente) fra aree di distribuzione originaria e aree di reintroduzione. A partire dalle seconde per due esistono dati di censimento (Asinara e Pabarile) mentre per la terza (CapoFigari) è stato effettuato un sopralluogo per definire la distribuzione e sono stati raccolti dati pregressi di consistenza. Nel caso dei due sub areali originari sono stati effettuati sopralluoghi sul Monte Albo, dove è risultata una presenza ridotta della specie nel pur limitato areale relitto. All’interno dell’areale principale invece sono disponibili dati di censimento su di un arco temporale ampio per l’area di Montes e sono stati effettuati sopralluoghi in tutti i Cantieri Forestali dove veniva segnalata una importante presenza di mufloni che è risultata effettiva in tutti i casi con tassi di osservazione comparabili a quelli di Montes.
Pertanto nella stima della densità complessiva su base regionale si è assunto che l’areale principale fosse costituito da una parte caratterizzata da alte densità, analoghe a quelle riscontrate a Montes (15 capi/100ha), ed una parte dove le densità fossero limitate, definendole prudenzialmente come 1/5 di quelle riscontrabili nell’area ad alta densità. Per l’area del Monte Albo si è applicata analoga bassa densità.
Per l’Asinara e Pabarile si sono utilizzate le densità riscontrate nelle aree indagate con prudenziali riduzioni riferite alle aree periferiche della distribuzione, per l’area di capo Figari ci si è riferiti ai più recenti dati di consistenza reperiti in loco.

Copia di tabella

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IL MUFLONE Dell’Asinara
Ente Parco Asinara (sistema ambientale pag. 49)

I mufloni, sono stati introdotti negli anni cinquanta prelevandoli da altre zone dell’isola madre. La mancanza di predatori e una certa forma di protezione hanno consentito la riproduzione degli animali fino al raggiungimento di una consistenza da più parti stimata in un numero di circa 800 individui. Dal punto di vista genetico si è riscontrata un’affinità con le altre popolazioni di mufloni della Sardegna, tanto che, come di fatto è già più volte avvenuto, possono rappresentare un serbatoio per il ripopolamento d’altre aree dell’isola madre. Allo stato attuale, si deve operare con prudenza perché è possibile che siano stati colpiti dal morbo della lingua blu (blue tongue), che ha colpito tutti gli ovini della regione e che essi possano comportarsi da portatori sani. In realtà, si ha notizia che nell’Asinara si siano evidenziati, già nello scorso anno, alcuni casi di pecore infette e che anche nella popolazione dei mufloni si sia registrata una mortalità più elevata. Ciò fa pensare, anche se occorre verificarlo con molta attenzione, che in una certa misura il muflone sia a rischio d’infezione.

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ultime dalla rete….. ultime dalla rete….. ultime dalla rete….. ultime dalla rete…..

Il 04 luglio 2019 abbiamo appreso dalla rete internet una notizia proveniente dal Monte Limbara.

Sul Monte vivono stabilmente 64 soggetti della specie Ovis musimon divisi in due gruppi.
L’articolo recita dell’introduzione risalente a tre anni fà.

Orbene nel pezzo sopra riportato si è precisato che i mufloni furono introdotti, in ripopolamento del Monte Limbara, già nel 1985, ovvero 34 anni fà e furono liberati, nella zona sopracitata, dall’Ente Foreste Demaniali di Sassari, provenienti dalla cessione della Casa di reclusione di Asinara.

mufloni Limbara Hendel

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

5 commenti

  1. Antonio Flumene

    Splendida relazione. Un affettuoso saluto Nello Flumene

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