Se si riesce ad andare oltre la constatazione ovvia della tristezza dell’evento, non si può non apprezzare il “quadro particolarmente preciso” della vita dell’isola dell’Asinara agli inizi del precedente secolo, che questo piccolo “pezzetto di carta”, ci offre.
Ci tengo particolarmente a rivolgere un ringraziamento sentito, al Dr. Stefano Alberto Tedde che ha inviato il riquadro (cfr. profilo in calce all’articolo) che apparentemente é triste, (si tratta infatti di un necrologio) pubblicato dal quotidiano “La Nuova Sardegna” del lontanissimo anno 1907.
La data è importante, è il 15 giugno 1907 e, all’età di venti anni, muore Cesira Penco che svolgeva la mansione di telefonista, figlia del Sig. Amedeo Penco macchinista navale e della sua prima moglie, anch’essa evidentemente deceduta in modo prematuro.
Il Sig. Amedeo Penco oltre alla figlia Cesira, aveva avuto altri quattro figli era vedovo e si era risposato con la Signora Cesira Gennari.
Il giornalista azzarda anche un tratteggio della telefonista Cesira che viene definita “amata e stimata” e afferma che, nel momento della sua scomparsa, ebbe funerali “imponenti” a cui parteciparono tutte le famiglie di Cala Reale, tra cui le famiglie Scanu e i Cadeddu, che mandano due corone di fiori freschi portate a braccio dalle amiche della defunta.
La distanza tra Cala Reale e il cimitero di Cala D’Oliva non è certamente breve.
Ma in occasione della celebrazione del funerale, a Cala d’Oliva era stata organizzata accuratamente tutta la cerimonia e quella mattina, un consistente numero di persone, si avvia ad accogliere il secondo corteo proveniente da Cala Reale che conduce all’ultima dimora terrena, le spoglie di Cesira.
Le Signorine Massidda e Maria Pisano portano anch’esse una corona di fiori, poi seguono, nel “corteo dell’accoglienza”, anche il Direttore della Stazione Sanitaria, il Direttore della Colonia Penale e tutto il personale amministrativo.
Il ricevitore della sezione doganale appare nell’elenco indicando la presenza di una sezione doganale a Cala d’Oliva.
Poi si incamminano, nella mesta teoria di persone, gli impiegati, gli agenti di custodia, i soldati ed i marinai, oltre alle Signore degli impiegati della Colonia.
Altre tre corone di fiori, definite bellissime, sono dalla moglie del Direttore della Colonia e dalle altre famiglie di Cala d’Oliva.
La messa funebre si celebra nella chiesetta di Cala d’Oliva, poi il corteo si dirige verso il cimitero, qui il Direttore della Colonia Cicinelli ed il suo Vice l’Avvocato Calzia pronunciano “commoventi discorsi”.
Il giornalista, infine, conclude il necrologio scrivendo parole “consolatorie” per la Famiglia Penco ed offre personali condoglianze.
Fin qui giunge la trascrizione del piccolo trafiletto giornalistico, poi però, facendo una accurata ricerca nel mio sterminato archivio fotografico, balza all’attenzione, l’immagine di una lapide nel Cimitero di Cala D’Oliva, una tomba posta a terra con copertura parzialmente lesionata ed immediatamente rilevo la corrispondenza con quella della sepoltura di Cesira Penco!!
E’ come assistere alla ricomposizione di un puzzle.
I tasselli, sparsi disordinatamente sul tavolo, ad un tocco di bacchetta magica, prendono vita autonoma e si sistemano al loro posto, formando un coinvolgente quadro d’insieme.
L’immagine originale (prossima fotografia) evidenzia la scarsa visibilità dell’iscrizione sulla lapide, ma modificando pazientemente i parametri dell’immagine, si riesce ad evidenziarla ed a trascriverne tutto il testo!
QUI RIPOSA
CESIRA PENCO ASTE
DI AMEDEO E FU MARIETTA NATA IL 6 APRILE 1887
MORTA IL 15 GIUGNO 1907
DOPO LUNGA E PENOSA MALATTIA
LASCIANDO NEL DOLORE
IL PADRE
LE SORELLE ED I FRATELLI
Q. M. P. (1)
(1) questa memoria posero.
Solo due parole sull’autore dell’invio a cui rivolgiamo il nostro immenso “grazie”.
Nel suo profilo fb (30.01.2023) figura questa collocazione:
Responsabile di sala studio Archivio Storico di Cittàlaggiù – lavora presso Istituto di Studi e Ricerche Camillo Bellieni
Precedentemente: Parco Naturale Regionale di Porto Conte
Autore di svariate pubblicazioni tra cui spicca, come coautore, il pregevole testo: “Le carte liberate” – “Viaggio negli archivi e nei luoghi delle colonie penali della sardegna”.
La famiglia Massidda Il Cimitero di Cala d’Oliva