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Gábor Margittai photo

Asinara d’Europa

Grande partecipazione, nei giorni  16 e 17 novembre 2018, al Convegno internazionale sul Centenario 1918-2018 della prima Guerra mondiale, organizzato dal Comune di Stintino (capofila) e dal Sindaco di Stintino, nonché Presidente ad interim del Parco Nazionale dell’Asinara, Antonio Diana.

Il Primo cittadino di Stintino Antonio Diana

Il Primo cittadino di Stintino Antonio Diana

Il Convegno ha preso avvio al Museo della Tonnara di Stintino.

Per nostra memoria e per quella dei nostri lettori, abbiamo voluto riepilogare, attraverso le parole di Lucia Amato

e le immagini di Enzo Cossu, i momenti salienti del Convegno internazionale.

Apertura del Convegno (E:Cossu)

Apertura del Convegno (E:Cossu)

ASINARA ISOLA D’EUROPA di Lucia Amato

Dalla tabella in calce all’articolo si può capire cosa vuole significare il convegno in corso, al M.u.t. di Stintino.Senza titolo
L’attenzione specifica va al ruolo che l’Asinara (e con lei tutta la Sardegna) ha avuto nella vicenda bellica della cosiddetta Grande Guerra. Nonostante il conflitto sia stato combattuto a molti chilometri di distanza, principalmente sulle Alpi, l’Asinara si è ritrovata, già alla fine del 1915, ad essere protagonista di un evento unico e peculiare e cioè l’arrivo di migliaia di prigionieri di guerra, ridotti in pessime condizioni fisiche e psicologiche, da curare, da nutrire, gestire ed anche seppellire, purtroppo in numero elevatissimo, per via delle epidemie di colera e tifo e non solo.

alle spalle di Lucia Cala d'Oliva

alle spalle di Lucia Cala d’Oliva

Molte le testimonianze documentali da cui si deduce che le presenze arrivarono addirittura alla cifra di 30/40mila prigionieri, una cifra incredibile se si considera che il territorio dell’Asinara sembra già molto affollato in presenza di 1000 persone e si può solo immaginare cosa abbia significato gestire questi numeri.

Ma la cosa ancor più particolare è prendere visione di quante fossero le diverse nazionalità di provenienza dei prigionieri, non solo austro-ungarici, e si può vedere che nella foto è rappresentato tutto il centro-oriente d’Europa.

Un incontro, seppur forzato, di lingue, di usi e tradizioni differenti, ma che, proprio per necessità, hanno dovuto trovare il modo di convivere per diversi anni. Molti prigionieri rimasero addirittura fino al 1921.

Non ultimo appare da sottolineare l’aspetto religioso.

Tanti religioni professate, tanto da configurare un dialogo interreligioso “ante litteram”, quando si era ancora molto lontani da immaginare questo termine, che ha preso forma in quel luogo e in quel momento. Sebbene lì condotto dai funesti eventi è stato, senza dubbio,  un avvenimento che ha i tratti dell’unicità e della straordinarietà.
Nella sua lunga ed affascinate storia, la piccola e lontana Asinara è stata quindi anche un pezzo importante d’Europa e per l’Europa, a pieno titolo si merita sempre tutta la nostra attenzione.

 

Tabella delle etnie presenti all'Asinara

Tabella delle etnie presenti all’Asinara

prigionieri etnie

religioni prigionieri

Di seguito sono stati inseriti dei link automatici che, una volta cliccati,  rimandano agli articoli precedentemente pubblicati inerenti altri aspetti sullo stesso argomento.

vai all’articolo del 23.3.2018 “il fulmine austro ungarico”

vai all’articolo del 21.02.2018 “25 maccheroni e un litro e un quarto d’acqua”

vai all’art. del 22.03.2017 “La stele di stretti”

vai all’articolo del 04.03.2017 “il dolore sterilizzato”

vai all’art. del 22.03.2015 “La stufa Giannolli”

vai all’articolo del 19 settembre 2020  “Drimia Maritima”

STINTINO –

Alberto M. Carta

Alberto M. Carta

Il Convegno ha riguardato il periodo della Grande Guerra e gli  studi, i libri e i documenti inediti, le testimonianze che raccontano la storia dell’Asinara, dei profughi e dei prigionieri che sull’isola trascorsero gli ultimi, tristi anni del primo conflitto mondiale.

Joan E. A. Pitarch

Joan E. A. Pitarch

Joan Maggman

Joan Maggman

Accomunati tutti dalla volontà di dare dignità storica e identità a prigionieri e profughi di varie etnie e religioni, provenienti dai vari Paesi di un’Europa allora disgregata, «che – ha aggiunto il direttore del Parco nazionale dell’Asinara Pierpaolo Congiatu – furono seppelliti in terra straniera. Quando riusciremo a dare all’Asinara il titolo di terra d’Europa, allora, quei ragazzi riposeranno come fossero nella loro patria».

Vittorio Gazale

Vittorio Gazale

L’Asinara ha sollecitato gli studi e le osservazioni di tipo archeologiche portate avanti dal dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della Formazione dell’Ateneo sassarese con docente Marco Milanese.

Salvatore Rubino

Salvatore Rubino

E poi ancora le tante storie di uomini e donne legate a doppio filo con l’Asinara: a partire da quella del cappellano militare croato Gabro Cvitanovic, illustrata da Filip Hamersak dell’istituto Lessicografico di Zagabria, le vicende giudiziarie di alcuni prigionieri sull’isola raccontata dalla ricercatrice Marisa Porcu Gaias.

E sono state illustrate ancora le vicende dei prigionieri, degli internati e dei confinati austro-ungarici ricoverati nel manicomio di Sassari. Una raccolta di documenti – studiati da Giovanni Fiori della Soprintendenza Mibac per le Province di Sassari e Nuoro – che mettono in luce il cammino di malattia e dolore di una parte degli austro-ungarici, transitati in Sardegna, durante la Grande Guerra.

liberamente tratto dall’articolo di Mariangela Pala pubblicato dal sito Portotorres24.it

FILMATO di Gàbor Margittai PRIGIONIERI DELL’ISOLA DEGLI ASINI BIANCHI

Gábor Margittai al Convegno di Stintino

Gábor Margittai

Sono stati moltissimi e tutti di notevole interesse i contributi giunti ai partecipanti in occasione delle due giornate del convegno “Asinara isola d’Europa”, organizzato dal Comune di Stintino, ma uno su tutti ci ha sorpreso in particolare, quello di Gábor Margittai scrittore, critico, saggista, giornalista, storico letterario, redattore ungherese che ha presentato il suo …

…..  filmato

“PRIGIONIERI DELL’ISOLA DEGLI ASINI BIANCHI”

Girato nel 2015 in varie località sarde ed ungheresi ed in particolare nell’isola dell’Asinara.
Nel filmato, di 52 minuti che riproduciamo, purtroppo non doppiato in italiano, le inquadrature sono d’effetto e potrete vedere un Direttore del Parco, Pierpaolo Congiatu, molto preso dalla ricerca della storia dei prigionieri ed un altro amico ed “affetto da mal d’Asinara” Gianmaria Deriu commosso che riferisce del suo rapporto con i resti mortali di questo esercito che è rimasto ad osservare dall’alto dell’Ossario tutto il Golfo dell’Asinara.

Le musiche, inizialmente ungheresi  e poi sarde, aggiungono un tocco magico alla pellicola.

 

Concludiamo questo resoconto parzialissimo, chiedendo venia a tutti coloro che, pur meritando, non sono stati adeguatamente citati.
Ringraziamo i nostri amici degli “Affetti dal mal d’Asinara” che si sono prestati a farci, così bene, da tramite ed i nostri lettori pazienti …
testatacartolina_h.c

 

… che ora premiamo con l’immagine di una cartolina del periodo austroungarico proveniente dalla collezione documentaristica di Gábor Margittai e spedita al prigioniero n. 3316, Ádám Jankovics  (archivio privato di Giorgio Madeddu).

20.11.2018

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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