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Il paradisiaco inferno

 

Ecco cosa pensava Nino Giglio dell’isola dell’Asinara:

 

Il quotidiano la Nuova Sardegna il 29 luglio 1955 riporta un articolo, dove Fabio Lumbardo Falchi  (pittore sassarese vissuto a cavallo del novecento) racconta e descrive il difficile passaggio degli stintinesi dopo che, lasciata l’isola dell’Asinara, iniziarono ad impostare le loro vite nella città di Stintino.

Di differenze notevoli, fra l’Asinara e il Paradiso terrestre, in fondo, non ne esistevano. Forse il Creatore, prima di dare forma definitiva al giardino di delizie, aveva fatto il bozzetto in piccolo e questo primo saggio era l’Asinara. C’era un pò di tutto: pesci deliziosi, carni profumate da aromatici pascoli, latticini, verdure, frutta e un pane casareccio che poteva essere mangiato senza contorni, tanto gustoso era il suo sapore.

L’artista continua il racconto………….

…… Mancavano soltanto l’olio e… le prugne. Pazienza per l’olio, a portarlo in abbondanza pensavano le “tartane” liguri e i “guzzi” di Porto Torres, ma le prugne, proprio perché mancavano, erano diventate il sogno degli asinareschi.
Un astuto contadino sorsense (Peppino Accau per la storia) che di prugne era carico e non riusciva smaltirle, pensò di inviarne delle barcate all’Asinara; un soldo per ogni cesta e fece affari d’oro!

Asinello Albino dell'Asinara (foto F.Bruzzichini 2014)

Asinello Albino dell’Asinara (foto F.Bruzzichini 2014)

Gli asinelli selvatici erano liberi come le pernici e le lepri, e vivevano in branchi numerosi: nascevano anche asinelli bianchi ed erano anche il sogno di tutti bimbi!

Che felicità possederne almeno uno, ma passato il primo incanto, dopo averli catturati, bigi o bianchi che fossero, i poveri somarelli finivano tutti col basto e con le some e invecchiando erano condannati a girar le mole del grano in una eterna faticosa marcia…… Cala d’Oliva era la sede dei pescatori: nel porticciolo i “guzzi” carichi di vele, di reti e di cestini ondeggiavano dolcemente in attesa della partenza per la pesca: vi era quello verde e bianco di Girolamo Vallebella, quello bianco e rosso di Lorenzo Pilo, quello grigio e arancio di Schiaffino, quello di Beninati e dall’altra parte, in bell’ordine, quelli azzurri con la stella bianca di Agostino Malua, di S. Andrea e Bonifacino.

In crociera, per la salpata delle nasse, erano quelli di Peragallo, di Maggiolo, di De Negri e dei Meloni. Poche casette circondavano il porto ed ospitavano le famiglie dei pescatori, queste case erano costruite con lastre di scoglio, con la facciata intonacata e ornata di gerani rossi e vasi di menta e basilico. C’era anche la chiesetta (a Cala d’Oliva ndr) ed era dedicata alla Madonna della Difesa: uno splendore che faceva rodere quelli dei Fornelli …. i massai, che pure ostentavano una certa nobiltà che proveniva loro dalla precedenza nelle processioni nelle funzioni religiose…

Brani liberamente tratti dal libro “l’Asinara”di Nino Giglio (Rebellato Ed.1974)

 

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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