UNA MOTONAVE indubbiamente LEGGENDARIA
Il 16 luglio 1977, quarantadue anni fa, nei cantieri navali di Mazara del Vallo la Sig.ra Lucia Nardin, la vedova di un Brigadiere degli Agenti di Custodia si accingeva a fare da madrina al varo della Motonave che portava il nome del marito: la Medaglia d’oro al valor Militare Gennaro Cantiello.
L’anno dopo la Cantiello arrivò all’Asinara in servizio effettivo e da quella data l’imbarcazione, che aveva base a Porto Torres, svolse egregiamente il suo servizio, percorrendo con ogni mare possibile, il tragitto da Porto Torres sino a Cala d’Oliva, trasportando pazientemente un’infinità di tonnellate di merci (la sua portata lorda è di 80 tonn.)
Scrivendo questo pezzo mi sono chiesto se, può considerarsi segno di pazzia galoppante, pensare che una imbarcazione possa volare!
Ebbene la mia risposta è “si….., accetto anche il rischio che si possa fare una diagnosi sulla mia sanità mentale, ma ancora oggi ricordo la Cantiello scivolare, leggera, sulle onde come fosse stata costruita in legno o vetroresina, il suo scafo però era interamente in ferro…..“
L’immagine della Motonave Gennaro Cantiello che mi piace richiamare alla mente del lettore è quella che apre questo pezzo, con l’imbarcazione in navigazione, presa con la sua bella prua slanciata, nell’atto di superare elegantemente l’onda.
Fermati dallo scatto sulla coperta dell’imbarcazione in occasione della visita del Direttore Generale Ugo Sisti all’Asinara.
Nella fotografia, da sinistra: Natalino Serra (Ag. AA.CC.) – Raffaele Cimino (Ag. AA.CC.) – Giuseppe Vincidomini (Vicecomandante M.ve Cantiello II.P.P.) – Giovanni Maria Cozzolino (Motorista II.P.P.) – Puddu (Vicecomandante AA.CC.) – Eugenio Denegri (App.to AA.CC.) – Ugo Sisti (Direttore Generale II.P.P.) – Giovannino Merella (Brig. AA.CC.) – Agostino Sotgiu (Comandante M.ve Cantiello II.P.P.) – Giuseppe Candidda (App. AA.CC.) – Pieruccio Chighini (Motorista II.P.P.) – Cherchi (Provveditore Regionale II.P.P.) – seminascosto D’Ascenzo (Maresciallo Comandante AA.CC.) – Francesco Massidda (Direttore della CR Asinara II.P.P.) – Mulas Marcella (Vigil. p.II.P.P.)
Bisogna riconoscerlo, la Cantiello aveva una linea favolosa, da far invidia ai più blasonati yacht di tutti i tempi, e quando il levante soffiava forte cercando di sommergerla, la Motonave scompariva alla vista di coloro che, a Cala d’Oliva, l’attendevano con ansia, poi dopo un paio di interminabili secondi ricompariva sempre più vicina, in mezzo ai baffi di schiuma.
E’ stato sempre uno spettacolo vederla entrare raggiante in porto!
Innanzi tutto vorrei che il lettore ponesse attenzione sulla tipologia dell’immagine, essa è leggermente sgranata. Si aggiunge agli scarsi pixel della reflex che l’ha scattata, la patina del tempo che si è sedimentata sulla vita che, nell’attimo dello scatto, ferveva nel piccolo porticciolo di Cala D’Oliva.
L’arrivo della Cantiello in porto era per tutti una festa, osservate il mare come è calmo e tranquillo e contrasta con l’attività del personale che si accingeva a manovrare per l’attracco in banchina di Cala D’Oliva.
I tempi di percorrenza della traversata Porto Torres – Cala d’Oliva, che non era giornaliera, erano perfettamente conosciuti da ogni abitante dell’Asinara ed ovviamente variavano con il variare delle condizioni del maree della forza del vento ….. quando il mare era increspato, in lontananza, tra le onde si potevano scorgere i “baffi” (così erano chiamati gli sbuffi di schiuma marina prodotti dall’avanzamento dell’imbarcazione).
La spinta dei 1.160 cavalli consentiva alla Cantiello di procedere con una velocità di crociera di 14 nodi, i due ultimi comandanti, nell’ordine Agostino Sotgiu e Giuseppe Vicidomini non perdevano l’occasione di decantare la tenuta del mare dell’imbarcazione, stante il pescaggio e la buona manovrabilità.
Qualche numero sulla imbarcazione:
Lunghezza f.t. | 40,50 | metri |
Lunghezza p.p. | 35,00 | metri |
Larghezza f.o. | 7,30 | metri |
Altezza di costruz. | 3,50 | metri |
Immersione media | 3,20 | metri |
Stazza lorda | 184 | tonn. |
Portata lorda | 80 | tonn. |
Potenza motori | 1160 | Hp |
Velocità | 14 | nodi |
Capienza | 85 | passeggeri |
Varo | Cantieri navali Giacalone – Mazara del Vallo. | 16 luglio 1977 |
Termine del servizio Min. G.G. | Cala d’Oliva – Porto Torres | 1° marzo 1998 |
La Cantiello con mare più o meno formato.
Affermare che la Motonave Gennaro Cantiello abbia identificato il lungo periodo penitenziario, a questo punto, non sembra cosa azzardata…… Le fotografie, qualcuna ingiallita dal tempo, altre stropicciate, tutte recuperate con pazienza, stanno a punteggiare, a grandi linee, alcuni momenti della storia di questa leggenda.
Oltre alle immagini del natante rimangono, altrettanto indelebili, gli innumerevoli ricordi dei passeggeri per i quali, questa imbarcazione, ha rappresentato, anche e sopratutto idealmente, il collegamento con la terraferma (l’isola madre).
Pillole di ricordi
L’amico Leonardo Delogu, profondo ed appassionato conoscitore della storia dell’isola e delle persone che hanno calpestato la polvere delle sue strade, riferisce che nel periodo 1969/70 a Trabuccato, tra le altre famiglie di Agenti, viveva un gruppo familiare, che intreccerà, purtroppo tragicamente, la sua storia con la storia dell’Asinara e con quella del Ministero di Grazia e Giustizia; era la famiglia dell’Ag. Gennaro Cantiello. Qualche anno dopo, promosso Brigadiere del Corpo degli Agenti di Custodia, Gennaro fu trasferito ad Alessandria e vi condusse anche la sua famiglia.
Nella foto i figli di Gennaro con l’agente Amedeo Cristofaro, scattata a Trabuccato nell’anno 1971. Il figlio più piccolino Giovanni nacque il 25 gennaio del 69.
Erano quelli gli anni in cui il trasbordo degli uomini e del materiale, tra l’isola madre e l’Asinara, si svolgeva, tra mille difficoltà, con la Motonave Virtude ed il Ministero si era finalmente deciso di dotare l’isola di un mezzo rispondente alle esigenze del tempo, per cui indisse la gara per la fornitura di un natante che avesse determinate caratteristiche tra cui quelle di un alto numero di passeggeri unitamente ad un basso pescaggio per consentire l’attracco al porticciolo di Cala d’Oliva che, al massimo, può ormeggiare imbarcazioni con pescaggio di m 3,50.
Nel sottocoperta della Cantiello erano stati progettati 5 locali attrezzati per il trasporto dei detenuti (20) ed un locale per la scorta (6), sul ponte di coperta si trovavano due piccoli vani per trasporto detenuti oltre al salone per 50 passeggeri, l’infermeria e altri locali di servizio (vedasi planimetrie di progetto).
Ecco le impressioni di alcuni passeggeri dell’epoca prelevate dalla pagina sottoindicata, di Marina Rita Massidda che ringrazio.
Non dimenticherò mai l’ospitalità della gente della Sardegna e il loro grande cuore…
Un pensiero a quel lontano inizio anno del 1980, e a quel collega e a sua moglie, dal cuore grande come il cielo...
(Claudio P. dalla pag. “Asinara ricordi d’infanzia”)
– ciao Claudio, ricordo bene il fatto, perchè in occasione delle festività, sempre pensavamo a coloro che prestavano servizio sulla Cantiello, specialmente se erano colleghi di fuori e non avevano parenti nei paraggi. Lo abbiamo sempre fatto e siamo orgogliosi della nostra generosità, eravamo l’App.to De Marco ed io Pina S., che tu ora potrai ricordare. Ti saluto affettuosamente. (Pina S. dalla pag. “Asinara ricordi d’infanzia”)
– Grande Pina… che gioia … mi sto commuovendo… quel giorno a noi ragazzi ci avete fatto sentire a casa… Si l’App. De Marco… che bello… siete sempre stati fra i ricordi bellissimi che mi porto dentro dell’ISOLA….. non smettero’ mai di ringraziarvi Pina, siete persone meravigliose davvero… vi abbraccio con grandissimo affetto ….. e…. grazie.
Quando arrivarono le motovedette veloci, i collegamenti con Porto Torres diventarono più frequenti, ma la Motonave restò comunque, nell’immaginario collettivo come “il collegamento” e quando il collegamento si interruppe, terminò anche il periodo di permanenza del Ministero della Giustizia all’Asinara.
Decisione formale della dismissione della Casa di reclusione dell’ASINARA 1997
Data provvedimento di chiusura 1998
La data ufficiale della chiusura è quella del provvedimento che è stato già citato 12.11.1997.
Ricevuta la disposizione, immediatamente la Direzione iniziò le procedure di smantellamento delle strutture, con il trasferimento dei beni mobili e degli animali.
Questo articolo vuole ricordare la Motonave Gennaro Cantiello per cui la chiusura della Casa di Reclusione dell’Asinara ha rilevanza solo incidentale, non parleremo pertanto della genesi della decisione e neppure dello stato d’animo di coloro che parteciparono alle operazioni di smantellamento e di chiusura.
Furono mesi e giorni tremendi quelli che passarono tutti coloro che avevano associato l’Isola dell’Asinara alla loro permanenza in un luogo unico al mondo.
L’Asinara comunque era unica, a prescindere dalla struttura penitenziaria ed ha trovato, nel corso dei decenni successivi il corretto modo di declinazione dopo un iniziale periodo di comprensibile sbandamento e resta unica
Riferire di questo periodo non è agevole poiché, a distanza di venti anni, coinvolge ancora emotivamente coloro che lo vissero, insieme a tutti quelli che, pur non presenti, ritenevano quella scelta quantomeno azzardata.
DOPO 113 anni di permanenza (1885-1998) l’Amministrazione Penitenziaria lasciava l’isola dell’Asinara.
L’operazione di dismissione fu completata, l’ultimo viaggio l’imbarcazione lo effettuerà Domenica 1° Marzo 1998 da Cala d’Oliva a Porto Torres e l’immagine scattata dal Dr. Enzo Cossu, che era sull’imbarcazione, ha fissato l’atteggiamento struggente di questi due cagnoni che furono imbarcati per ultimi.
La Motonave Gennaro Cantiello entrava quindi nella Storia e quella domenica, con un prolungato triplice suono di sirena, si avviò a salutare l’isola dell’Asinara che, con la complicità del mare, in stato di “calma piatta”, per ricambiare il saluto, indossò il più leggiadro vestito primaverile che aveva nell’armadio.
Era lo stesso vestito con quale, 113 anni prima, aveva salutato i “sinnarischi” espropriati………
Il Decreto di chiusura dispose anche la costituzione di una Commissione paritetica che curò tutti gli ultimi adempimenti e redasse i verbali di consegna.
Credo che resti sempre negli occhi e nel cuore di chi, nel periodo, ha abitato l’isola, l’immagine della forma slanciata della Motonave Gennaro Cantiello che fende le onde con sicurezza, lasciandosi a poppa una scia bianca che si allarga sempre più.
Oggi in disuso, anno 2019, tristemente ancorata nel porto di Cagliari, prima trasformata in un ristorante galleggiante, appare ai distratti passanti quasi un elefante che, nel suo cimitero, attende, ancora pazientemente, che il mare si incarichi della sua pietosa scomparsa.
Fotografie come quelle inserita di seguito, o altre simili, disturbano il ricordo.
Sono immagini che ritraggono il natante nella attuale condizione (maggio 2019) nel “cimitero degli elefanti” di Cagliari (porto “Su Siccu”)
Dalla fiancata, su formale iniziativa del Sindaco di Formicola (CE), paese che diede i natali alla Medaglia d’oro, la scritta del nome della Motonave (ancora visibile) è stata coperta con vernice.
La Storia del Brigadiere degli Agenti di Custodia GENNARO CANTIELLO .
Gennaro Cantiello, Brigadiere del Corpo degli Agenti di Custodia
nato a Formicola (CE) 16 giugno 1938 – deceduto in servizio ad Alessandria 10 maggio 1974.
La Motonave dell’Amministrazione Penitenziaria fu dedicata alla memoria del Brigadiere Gennaro Cantiello insignito dal Presidente della Repubblica Italiana, della Medaglia d’Oro al valor militare l’11.08.1974
Era il 9 maggio 1974, nella Casa penale di Alessandria, tre detenuti armati di pistole presero in ostaggio:
- sei insegnanti,
- il medico dell’istituto Roberto Gandolfi,
- i Brigadieri Francesco Allegrini,
- Gennaro Cantiello,
- Pasquale Barbato,
- il vice Brigadiere Vincenzo Capuano,
- gli Appuntati Eugenio Aprà,
- Pietro Caporaso,
- Andrea Tula,
- Sebastiano Gaeta
- e cinque detenuti che si trovavano nei locali della scuola e dell’infermeria.
Asserragliati all’interno dell’infermeria insieme agli ostaggi, i sequestratori iniziarono una lunga ed estenuante trattativa con le autorità, nel frattempo giunte sul posto.
Dopo diverse ore di infruttuosi tentativi, si udirono alcuni spari provenienti dall’infermeria. Temendo il peggio, le autorità decisero di fare irruzione nel locale sfondando la porta. Ne scaturì una violenta sparatoria tra le forze dell’ordine e i rivoltosi. Furono trascinati fuori, feriti gravemente, il dott. Gandolfi e il prof. Campi.
I rivoltosi, facendosi scudo con gli ostaggi, riuscirono a nascondersi in uno stanzino in fondo al corridoio, rendendo impossibile la prosecuzione dell’azione. Il giorno seguente alle ore 17 le autorità decisero di riprendere l’azione di forza interrotta.
L’epilogo fu tragico.
Nel corso dell’assalto rimasero uccisi l’assistente sociale Graziella Vassallo Giarola, che si era spontaneamente offerta di dialogare con i detenuti, il Brigadiere Gennaro Cantiello, che, nonostante avesse le mani legate, portò in salvo il prof. Campi durante la sparatoria nell’infermeria e tornò volontariamente indietro, tra gli ostaggi, per impedire che a causa del suo mancato ritorno nei locali dell’infermeria i rivoltosi uccidessero altre persone.
Anche l’Appuntato Sebastiano Gaeta rimase ucciso nel tentativo di fare da scudo, con il proprio corpo, agli altri ostaggi.
Il dott. Roberto Gandolfi perse la vita il giorno dell’irruzione.
Dei tre detenuti che avevano inscenato la rivolta due rimasero uccisi nel corso dell’assalto.
Il Brig. Cantiello fu riconosciuto “Vittima del Dovere” dal Ministero dell’Interno, ai sensi della Legge n.748/1972, l’11 novembre 1974.
A completamento dell’argomento, un ricordo particolare ce lo ha inviato anche Antonio Serra, con un suo filmato amatoriale del 16.09.1999 nel quale si può osservare la Motonave G. Cantiello ancorata nel Porto di Porto Torres. Lo ha accompagnato con queste parole: “Un piccolo contributo per non dimenticare!!!”
Grazie Antonio, ma come si può dimenticare una leggenda?
Carlo
ALLEGATI
Allegato 1) Progetto Motonave trasporto passeggeri Porto Torres – Asinara 1975
ed alleghiamo anche il fascicolo RINA del 2006
Le procedure amministrative del 1981
Ogni iniziativa che comportasse “entrata” o “uscita” dalle casse statali doveva essere “congruita” da un Ente esterno all’Amministrazione Penitenziaria, prima della sua approvazione da parte del Direzione Generale (ancora non era Dipartimento) e della successiva applicazione concreta.
Enzo Cossu ci mostra un documento del 1981 di richiesta della congruità per il trasporto merci e mezzi a motore sulla Motonave Cantiello rivolto dalla direzione penitenziaria alla Capitaneria di Porto di Porto Torres.
Aggiornamento del 17 luglio 2023
La Motonave Gennaro Cantiello solcherà sempre il mare!
Certo è che mai e poi mai avrei voluto scrivere queste parole per concludere la “STORIA DELLA CANTIELLO”.
La sua fine era però già scritta al momento della dismissione della Casa di Reclusione dell’Asinara. ma ancora oggi è incredibile, per me, che questa Motonave possa aver fatto …..
Gianni Piano si è recato (16 luglio 2023) nel Porto di Cagliari ed ha realizzato, il breve filmato che inserisco appresso, per documentare lo stato attuale dell’imbarcazione.
Lo scafo, ormai ridotto ad un colabrodo, poggia tristemente sul basso fondale mentre la risacca culla dolcemente la barca.
Malvolentieri. su suggerimento di Leonardo Delogu ho riportato l’articolo della testata “La Nuova Sardegna on line” incurante degli usuali “strafalcioni” contenuti nel pezzo. ed ho accolto tutte le voci di sorpresa e dolore di tutti coloro che, nel corso dei decenni, hanno viaggiato sul natante con ogni mare.
Nel racconto della fine sono stato aiutato dal post di una amica, Lucia Amato che oggi, 17 luglio 2023, gentilmente ha affidato alla pagina degli “affetti dal mal d’Asinara” un suo accorato pensiero:
L’immagine di Enzo Cossu ci aiuterà a ricordarla in navigazione.