La pagina degli strafalcioni.
Inseriamo nel nostro sito oggi 15 ottobre 2018, una pagina singolare…………. la pagina degli strafalcioni.
Eh si, perchè tutti coloro che l’amano seriamente e che non hanno secondi fini, sono discretamente stufi di vedere l’isola dell’Asinara, la nostra bella isola, strapazzata dalla furia cieca dell’ignoranza e dalla violenza della stupidità.
Siamo nati, come gruppo fb, per tutelare la storia dell’isola e spesso abbiamo rilevato errori ed omissioni, ma in questi ultimi tempi, evidentemente per le modalità di differente utilizzo dei “social”, è il secondo pezzo che, nel breve volgere di qualche giorno, scriviamo sull’argomento.
Da sempre abbiamo privilegiato “azioni positive” e questo sito ne è la prova, ci siamo infatti sostituiti a chi avrebbe dovuto svolgere questo compito di informazione e di divulgazione delle corrette informazioni sullo stato dell’isola, comprendendo in questa generica dizione tutta la parte pregressa, la storia.
Evidentemente ciò non basta!
Non pensavamo di dover arrivare a tanto, fino ad inaugurare una lavagna informatica dietro cui collocare i somari (non certamente gli asinelli bianchi) e lasciarceli fin quando non avranno corretto i loro errori storici e toponomastici.
La pagina si aggiornerà continuamente con gli strafalcioni che rintracceremo on line e di persona, con quelli che i nostri lettori ci segnaleranno e con la riprese video dei turisti che visitano l’isola.
La prima volta segnaleremo il pezzo, oggetto dello strafalcione, oscurandone i riferimenti in modo che “l’autorevole autore” possa rendersi conto dell’errore.
Ovviamente documenteremo la presenza e la consistenza dell’errore in modo approfondito come sempre facciamo.
Avvertiremo l’autore dello scivolone comunicativo sollecitandolo cortesemente alla rettifica.
Dopo un lasso di tempo, che potremo successivamente definire, ripubblicheremo l’errore così come è proposto dall’autore senza intervenire nel modo più assoluto con travisamenti e mascherature di sorta.
Non trascureremo di adottare le più opportune misure per tutelare la storia dell’Asinara, la sua vera storia e tra le prime azioni interesseremo il Consiglio di Amministrazione ed il suo Presidente perchè si ponga attenzione al fatto, e si ponga fine a questo scempio.
Sensibilizzeremo tutte le strutture del Parco perchè adottino, nei loro comportamenti, per primi, la correttezza e degli operatori che dovessero incorrere in disguidi, ogni forma di autorevole persuasione morale per il ristabilimento della verità, è questo il primo passo, altri ne verranno in seguito.
Facciamo ogni più ampia riserva di intervenire con ogni mezzo legale consentito.
La prima segnalazione (del 16 ottobre 2018) .
“Diamo a Cesare quel che è di Cesare” narra il famoso proverbio ed allora se accantoniamo le ironie più o meno velate e/o le, ancor più sciocche, accuse di “non voler sentir parlare di detenuti”, restano solo le domande sulle ragioni per cui si sia inteso caratterizzare questa cala, con questo nome e, all’ovvia domanda, qualcuno di volta in volta, risponde:
“Perché in quel luogo facevano il bagno i detenuti”,
Si e allora?
I detenuti “prendevano il bagno” in ogni Diramazione, in Cale e spiagge scelte per la garanzia di sicurezza, anche passiva. Quindi non è certo questa la ragione della modifica toponomastica!
In altra parte del sito abbiamo allegato due carte topografiche, la prima è del 1880 dell’Istituto Idrografico della Marina, acclusa al testo di N. Giglio “Asinara” rist. del 1974 nel quale l’insenatura è indicata con il toponimo “P.to Murichessa”, la seconda è addirittura precedente ed è datata 31.12.1847 del Real Capo di Stato Maggiore Generale, custodita nell’Archivio di Stato di Sassari che indica “Porto Mori Chessa”.
Ma numerose sono anche le testimonianze che riferiscono di questo toponimo che trae origine dagli esemplari di “gelso bianco” ivi piantati.
Il Prof. Emanuele Bocchieri, già nel 1988, censì alcuni esemplari, di discreta taglia di gelso bianco, oltre che nell’omonima Cala, anche all’entrata e nell’interno del cortile della Diramazione di Fornelli.

La seconda segnalazione
riguarda la permanenza, di poco superiore al mese, dei due famosi Magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino all’Asinara.
I due Magistrati alloggiarono nella Foresteria nuova di Cala d’Oliva e non a Fornelli!
C’è da precisare che, non appena ricevuta la comunicazione (15.10.2018), l’interessato/a ha dato atto di avere corretto l’informazione errata.
La quarta segnalazione del 28 novembre 2018
Riguarda la famosa cala… la più sponsorizzata in assoluto!
ecco lo strafalcione….
Al sito interessato/a è stata inviata la richiesta di rettifica.
dopo l’invio il sito è stato aggiornato……. (le aggiunte rosse sono ovviamente le nostre…..)
….. ci sarà sicuramente un seguito….
infatti……
ANNO 2019
mai parole furono più profetiche…
Non sarà necessario attendere molto, eccoci al 17 maggio 2019 ed il podio meritatissimo va al quotidiano on line della testata sardiniapost all’indirizzo web www.sardiniapost.it per l’articolo di Giampiero Cocco che colleziona una serie di strafalcioni incredibili, ma andiamo in ordine.
Partiamo dal post di cui ho fermato l’immagine clou: sul nome del Magistrato Giovanni Falcone, ovviamente un refuso che lascia però capire quali meraviglie potremo trovare nell’articolo.
Il titolo: in luogo di evidenziare il sacrificio con il quale questi “giganti” hanno pagato il loro tributo di attaccamento ai fondamenti democratici, il giornalista focalizza l’attenzione del lettore “…….. lo Satto (refuso in luogo di Stato), per il quale tuttavia lavoravano, fece pagare loro il conto del vitto e dell’alloggio. Erano 451mila lire a testa……..”
Sotto l’articolo, sul web, ho postato il seguente messaggio con il quale si stigmatizzano gli strafalcioni (ma sono offese) più evidenti.
Il buongiorno si vede dal mattino,
dovremo infatti fare attenzione allo speciale promesso, visti i presupposti condensati nel refuso (ovvio) contenuto nel titolo.
Ma non è il solo errore del pezzo che contiene inesattezze e superficialità plurime.
Una per tutte:
I due giudici si guardarono bene dal muovere alcuna rimostranza nei confronti del cosiddetto Stato, in relazione al pagamento della fattura della Foresteria, lo fece il Giudice Caponnetto in una particolare intervista rilasciata in un momento rovente.
La contabilità di Stato non consente regalie, i due Giudici hanno ritenuto opportuno non inserire la fattura nei rimborsi “questi regolarmente previsti” che avrebbero potuto normalmente richiedere come tutti i funzionari dello stato in trattamento di missione.
La Direzione sarebbe incorsa in un reato qualora non avesse richiesto il pagamento del servizio di Foresteria.
Nessun “detenuto sconsegnato (in pratica libero)“ ha mai preparato il pranzo alle famiglie dei due Magistrati.
Gli agenti di custodia non “venivano chiamati“, ma erano un Corpo Militare, successivamente riformato profondamente cosa che ne ha comportato la modifica in Corpo di Polizia Penitenziaria.
I due giudici dall’epoca si scagliarono con veemenza contro collusioni, vicinanze, contro le vere connivenze dei poteri dello stato con il sistema mafioso che li isolarono e che i due alti servitori dello stato hanno combattuto fino al sacrificio della vita, senza per questo dimenticare il sacrificio delle vite degli agenti delle due scorte.
Carlo Hendel 16 maggio 2019
e qui, sicuramente sopraffatto dalla serie di inesattezze, mi sono fermato, ma potremmo continuare con: “……………… Massidda, coadiuvato da Giommaria Deriu, allora giovanissimo sottufficiale della Squadra nautica della polizia penitenziaria (in quegli anni venivano chiamati agenti di custodia), mise a disposizione dei giudici istruttori………..”
All’epoca Gianmaria Deriu era si giovanissimo, ma credo fosse ancora Agente della Polizia Penitenziaria, successivamente divenne Sottufficiale e successivamente assegnato al settore navale però su questo particolare potremmo chiedere a lui, ma è rimasto invariato il suo nome Gianmaria.
Il giorno dopo questo pezzo, così interessante, ha ricevuto un’altra osservazione che riporto integralmente di seguito e con ciò ritengo sia completo il quadro offerto dalla testata on line che ci ripromettiamo di seguire passo passo per apprendere nuovi fatti scoperti:
Patrizia P. scrive nel post: Per dovere di completezza, nell’articolo si fa riferimento ad un percorso documentale fotografico che, vorrei

Si tratta di ingrandimenti fotografici relativi al maxiprocesso di Palermo, alla permanenza di Falcone e Borsellino all’Asinara e ai due giudici da bambini, frutto di un lavoro di ricerca docum

Oltre ad alcuni elaborati grafici realizzati sempre dai ragazzi.
Abbiamo deciso l’anno scorso di lasciare in dotazione al Corpo Forestale e alla Caserma tutti i materiali che sono stati incorniciati quest’anno per volontà del nuovo Comandante e costituiscono quindi un’ esposizione permanente.
Ci sarebbe piaciuto che il giornalista lo avesse ricordato nel suo articolo.
Come non concordare con la Prof. Patrizia.
Nel nostro piccolo abbiamo ampiamente ricordato Monumenti Aperti 2018 l’opera dei studenti della “Brunelleschi” nella Manifestazione Monumenti aperti 2018 .
Carlo
La quinta segnalazione del 28 settembre 2019
ANCORA UNO STRAFALCIONE!!!
Questa volta è un sito sardo che, bontà sua, ci informa dell’esistenza di una fantomatica Cala GRANARA!!!!!!! Abbiamo opportunamente modificato la fotografia per rendere irriconoscibile il sito autore dello strafalcione.
L’immagine con i prodotti sardi (ottimi) in primo piano dovrebbe essere stata scattata nei pressi di Cala d’Oliva, ma accurate ricerche non hanno individuato alcuna Cala Granara……..