CARTOLINA AsinaraLazzaretto 11/2-1917
I collezionisti sono persone appassionate dell’attività esercitata che curano in modo particolare.
Il termine, che anche io ho utilizzato, cioè “cartolina viaggiata” sta ad indicare una cartolina, che può essere illustrata, come nel nostro caso, oppure “postale”, cioè priva di immagini, ma comunque una cartolina che è stata inviata tramite servizio postale pubblico ed ha probabilmente raggiunto il suo destinatario.
Per molti una vecchia cartolina è soltanto un rettangolino di carta privo di qualsiasi valore, per altri invece, ed io sono tra questi, è un minuscolo ritaglio di storia vissuta, un qualcosa che è in grado di non sottostare alla tirannia del tempo che trascorre, un groviglio di emozioni che si possono “toccare con mano” e godere solo indossando occhiali capaci di andare oltre.
Una cartolina viaggiata conduce, su di se, una miriade di informazioni interessanti, se solo si ha la pazienza di osservarla con attenzione.
Di seguito inseriamo la bellissima “cartolina” di ben 103 anni fa, in cui il mittente ha inserito, di proprio pugno, due indicazioni molto precise.
Si tratta di due frecce tratteggiate con cura, collocate in testa alla cartolina in cui, con la prima indica “ufficio telegr.” e nella seconda “abitaz!“
Sono indicazioni non di poco conto, anzi estremamente importanti, poichè lasciano trasparire alcuni elementi essenziali per giungere a determinare l’identità del mittente.
Si ringrazia chi ha effettuato la segnalazione dell’immagine, la Signora Luisa Deiana e colui che l’ha postata nel suo profilo il Sig. Angelo Capone, che si è dichiarato disponibile a rintracciare (se fosse esistita) anche la parte retrostante del documento.
SI VIAGGIA NEL TEMPO, si torna indietro di 103 anni!
Questo scrivevo qualche giorno fà….. ma non sono passate che pochissime ore e subito vengo raggiunto da un messaggio del Sig. Angelo Capone in cui mi annuncia: “Ecco il retro della cartolina”.
A bocca aperta per l’incredulità, apro il messaggio e compare il retro della cartolina del 1917 !
Il carico di emozioni si dipana, lentamente, davanti ai miei occhi spalancati.
Lo sguardo è totalmente catturato dallo schermo del computer, che permette di ingrandire l’immagine, di più di un secolo fa, di venti, trenta volte…..
Ho ringraziato calorosamente il mio interlocutore in chat e subito mi sono applicato nell’osservazione minuziosa del piccolo ritaglio di storia.
Qualche considerazione per inquadrare l’epoca.
I primi prigionieri austro ungarici arrivarono all’Asinara a dicembre del 1915, prima del natale di quell’anno.
A marzo – aprile dell’anno successivo già buona parte dei prigionieri era purtroppo deceduta a causa del colera o era in fase di guarigione. Poi sono iniziati gli invii dei prigionieri in Francia, nazione belligerante che pretendeva la restituzione della forza-lavoro catturata in operazioni belliche e, successivamente i prigionieri furono inviati anche in Sardegna.
Questo doveva essere il periodo in cui, con molta probabilità, è stata scattata la fotografia, sicuramente si riconosce nello scatto la professionalità di un fotografo.
Poi l’immagine fu trasformata in cartolina da “Gio-Maria Ibba“ un commerciante di Oristano e riportata all’Asinara in questo nuovo formato.
Coloro che lavoravano sull’isola (vi erano molti privati che avevano approntato imprese fornitrici di merci anche ai singoli prigionieri …...) abitavano nei pressi dei luoghi ove era collocato lo spaccio.
Ma, su tutta l’isola, era stata approntata anche una rete di Uffici Telegrafici, a Campo Perdu ve ne erano due distinti dalle lettere dell’alfabeto A e B, ne erano stati approntati a Stretti, a Tumbarinu e a Fornelli.
Quindi è probabile che ci fossero persone che volevano inviare una cartolina, a parenti ed amici, per far conoscere il luogo dove lavoravano …….. e
può darsi che il Sig. Angelo abitasse proprio il fabbricato indicato dalla freccia………. per questo ho sperato nell’invio della parte retrostante della cartolina.
Ma si osservi nell’ingrandimento in testa all’articolo, facendo attenzione a cosa e come scrive il Sig. Angelo alla Sig.ra Marta Salis che abitava a Cagliari in via Tristani 18.
Scrive una parola “Saluti” in modo diciamo normale …. poi aggiunge “e baci“, ma lo fa con una grafia quasi microscopica, pressochè invisibile, resa evidente solo dall’ingrandimento e conclude il suo saluto con luogo e data “AsinaraLazzaretto 11/2-1917″.
Nelle intenzioni di Angelo, con molta probabilità, la parola “baci” non doveva essere facilmente visibile ….. anzi, doveva essere il più possibile nascosta agli occhi di chi poteva guardare……….
Solo la destinataria cagliaritana la Sig.ra Marta avrebbe visto e compreso!
Notare che la sottolineatura continua della breve frase, si interrompe in corrispopndenza della parola “baci” e si perpetua con minuscoli puntini, quasi a voler sottintendere emozioni indicibili e, sopratutto, non scrivibili.
A questo punto è necessario ricordare al pazientelettore che la corrispondenza dei prigionieri di guerra veniva sottoposta a rigida censura militare (e per questo scopo tutta la posta in partenza dei prigionieri era inviata a Roma presso il Ministero delle Poste e Telegrafi), ma sottolineo anche l’evenienza che i prigionieri di guerra non potevano corrispondere con l’interno del Regno (pag 430 della Relazione del Gen. Ferrari, stralcio allegato) ed infine che la scritta azzurra sul retro, “VR” collocata, con matita sopra il timbro, poteva probabilmente rappresentare un “visto“.
Da queste informazioni possiamo dedurre un altro importante elemento, che sicuramente la cartolina, essendo diretta a Cagliari, non può essere stata spedita da un prigioniero di guerra.
Nell’ufficio del telegrafo di Stato di Cala Reale (ve ne erano almeno sette in tutta l’isola) prestavano servizio stabilmente due persone (l’organico ne prevedeva tre).
Le stazioni fono-telegrafiche dell’Asinara iniziarono a funzionare tra il 18 ed il 20 gennaio 1916 .
Notazioni conclusive: Angelo telegrafista
A) Ci sono ancora un paio di valutazioni da eseguire. La prima riguarda la discrasia della data apposta da Angelo (11/2/17) confrontata cn quella del datario che risulta apposta un mese ed un giorno prima di quella scritta di pugno.
Come può ragionevolmente spiegarsi che la data, scritta a mano, 11.2.17 sia posteriore a quella del timbro 10.1.17 ?
Un’unica motivazione possibile è che, nella fase di scrittura e successivamente, la cartolina sia stata all’interno dell’ufficio telegrafico di Asinara Lazzaretto e che Angelo si sia accorto, dopo la timbratura, di non aver apposto la data e luogo, aggiungendoli.
Addirittura potremmo ipotizzare che Angelo non avesse l’indirizzo di Marta e però avesse comunque predisposto e timbrato la cartolina in attesa dell’indirizzo!
B) La porzione superiore della cartolina, nel punto laddove il mittente ha indicato l’ufficio telegrafico e l’abitazione, è stata da me sensibilmente ingrandita e ruotata di 90°.
In questo modo si riesce a rilevare con semplicità la tecnica grafica, utilizzata nella formazione delle due righe, quella superiore composta, in modo continuo da un punto ed un tratto, la seconda invece da due punti ed un tratto.
Nell’ufficio telegrafico di Asinara Lazzaretto venivano trasmessi e ricevuti, oltre la posta ordinari, pacchi e vaglia, e i messaggi, anche i dispacci urgenti provenienti ed indirizzati alle varie postazioni telegrafiche, ed è ormai notorio che, all’epoca (oggi non più), i messaggi venissero trasmessi attraverso il telegrafo, attraverso l’utilizzo dell’alfabeto Morse, inventato nel 1837 e consistente in una serie convenzionale di punti e tratti che, combinati in differenti modalità, davano origine alle lettere dell’alfabeto, poi alle parole ed alle frasi.
Allora cosa indicano queste frecce così particolari?
Che con il tratto ed il puntino il Sig. Angelo volesse trasmettere informazioni riservate?
Assolutamente no!
E’ esclusivamente l’indicazione di una modalità usuale, con la quale il mittente era abituato a comunicare, per cui al termine di questo affascinante percorso a ritroso nel tempo, può concludersi l’esame con il rafforzamento della personale convinzione che il Sig. Angelo sia stato proprio uno dei due addetti al telegrafo!
Interessantissimo articolo!!
Grazie Fabio!
Carlo