Due perle!
di prima grandezza.
Nella Grecia classica e nella Roma dei Cesari, come testimonia lo storico Plinio “il Vecchio”, quei “gioielli”, generosi doni del mare, erano assurti a simboli dell’amore e di bellezza, le perle erano infatti dedicate alla dea Venere, e con l’andare del tempo divennero anche suggello e dimostrazione del raggiungimento di notevole potere economico e di assoluta importanza sociale.
La leggenda vuole che, per rendere schiavo Marco Antonio, la Regina d’Egitto Cleopatra, ricorse ad una sfera madreperlacea di valore inestimabile, sacrificandola per far crollare le difese del bell’Antonio.
Durante un banchetto, fatto approntare per sbalordire quel condottiero romano considerato dalla Regina d’Egitto nel modo che oggi definiremmo “grezzo”, la bellissima Cleopatra privò il suo orecchino della meravigliosa perla, la immerse in un calice di vino acetato perché si sciogliesse, e la bevve d’un sorso sotto gli occhi dell’incredulo amante.
Con questo stratagemma, si narra che Cleopatra rese il condottiero romano, schiavo delle sue brame e dei suoi favori.
La regione Sardegna offre agli amanti di sole e di mare e agli appassionati di natura e di paesaggi, una serie di litorali e di spiagge fra le più belle al mondo.
Lungo tutta la costa sarda è possibile stupirsi davanti a incantevoli visioni, spesso rappresentanti luoghi quasi del tutto incontaminati e poco frequentati. È pressoché impossibile descrivere qualcuna di queste meraviglie, senza fare torto a tutte le altre.
Allora, senza indugio, sorvoleremo leggeri, per scrivervi di quelle spiagge che, a torto o a ragione, si possono considerare UNICHE, distese di sabbia finissima che non hanno alcuna possibilità di essere paragonate, vista la loro particolare bellezza e singolarità.
“Nell’isola dell’Asinara, l’asinello bianco dell’Asinara sta al muflone, come Cala d’Arena sta a Cala Sant’Andrea.”
Qualcuno, certamente, potrà non concordare con il mio giudizio, ma ascoltate pazientemente le ragioni che adduco.
All’interno dell’articolo sono rappresentate differenti aspetti delle due preziosità marine dell’Asinara ed abbiamo scelto volutamente di non riportare le immagini fotografiche che pure sono rintracciabili in rete e che riguardano inquadrature delle due spiagge, scattate da punti ricompresi nelle zone di tutela integrale della due spiagge.
Ebbene lo confesso, sono la peggiore persona abilitata a raccontare, con il dovuto distacco, le caratteristiche di questi due siti di incomparabile bellezza, ma cercherò, con tutti i miei limiti, di cimentarmi nell’ardua impresa di parlarvi del paradiso! Ma uomo avvisato…………!
Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Avrete quindi compreso che parleremo di Cala d’Arena e di Cala S. Andrea!
Queste due perle dell’isola vanno, a mio avviso, trattate unitamente poiché rappresentano un unicum per la regione Sardegna, per l’Italia e per il mondo intero, un patrimonio inestimabile, oltre che un santuario di biodiversità di eccezionale valore! Sarebbe opportuno che le due spiagge fossero inserite a pieno titolo nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Due parole sulla protezione ambientale integrale: No Entry or Do Not Touch
Si tenterà di esplicitare tutte ne notizie e spiegheremo, con dovizia di particolari (anche per i meno informati, per coloro che l’Asinara non l’hanno mai vista, se non in fotografia) le ragioni profonde per cui si sono affermati alcuni principi, come quello che titola questo capoverso, relativo alle due perle del mediterraneo. Quindi faremo riferimento certamente a vicinanze affettive, a giudizi estetici, maggiormente abbordabili, ma proveremo anche a aggiungervi una disamina, approfondita, delle motivazioni per la protezione integrale delle spiagge di Cala d’Arena e Cala Sant’Andrea.
Sono motivi che esporrò semplicemente, senza voler formulare trattati accademici, attingendo le informazioni dalla conoscenza personale, dal web e dalla copiosa documentazione scientifica del Parco Nazionale dell’Asinara – SIC Isola dell’Asinara ITB010082 (ex ITB010001) e la ZPS Isola Asinara ITB010001) per ripercorrere, assieme ai volenterosi lettori, tutti i passi e le ragioni che hanno indotto nel legislatore il principio di tutela e, conseguentemente, provocato la corretta decisione di procedere alla protezione integrale (No Entry or Do Not Touch “non entrare non toccare”) delle due formazioni sabbiose oltre che di differenti porzioni di territorio isolano.
Le caratteristiche comuni alle due spiagge.
C’è da premettere che le due spiagge, unitamente all’intera isola dell’Asinara, sono rimaste eccezionalmente protette, ininterrottamente sino ad oggi e speriamo anche in futuro, anticamente per la oggettiva difficoltà a raggiungerle agevolmente ed anche durante l’esistenza centenaria della subentrata struttura penitenziaria, poi dismessa (sono del 28 novembre 1997 i decreti di Perimetrazione provvisoria e le misure provvisorie di salvaguardia del Parco nazionale dell’Asinara).
Occorre non dimenticare che, anche in assenza di normative di protezione ambientale, cioè con la permanenza della struttura penitenziaria, le spiagge di Cala d’Arena, e di Cala Sant’Andrea, pur non protette, non erano facilmente raggiungibili con i comuni mezzi di locomozione e questa semplice ragione ha fornito loro la tutela pressoché totale da terra, completata dal divieto di avvicinamento alle coste dell’intera isola, previsto legislativamente per ragioni di sicurezza.
Raramente le famiglie residenti si recavano sulle due spiagge, poiché i mezzi a disposizione dei singoli erano del tutto insufficienti e inadatti per quei tipi di percorsi e secondariamente le famiglie avevano l’opportunità di fruire delle spiagge più vicine ai luoghi di residenza in ogni Diramazione.
Oggi entrambe le spiagge sono ubicate in zone che la legge istitutiva del Parco Nazionale dell’Asinara ha definito di tipo “A”, zone cioè inaccessibili sia da terra che da mare se non per esigenze di gestione territoriale, per svolgervi ricerche scientifiche e attività divulgative, previa autorizzazione dell’Ente Parco, pertanto ogni accesso, al di fuori da quelli consentiti dalla legge, verrà adeguatamente sanzionato .
Nelle zone“A” (oltre le due spiagge, di cui trattiamo in questo articolo, sono state ricomprese nelle Zone di tipo “A” anche Cala di Sgombro di dentro e Cala di Sgombro di fuori) vige il divieto assoluto di passaggio, i siti sono appositamente tabellati con avvisi (foto a lato sx) che indicano le prescrizioni, nonché i riferimenti per le sanzioni dei trasgressori.
Oltre alla finezza della sabbia, al colore candido della tessitura, allo splendore delle tonalità dell’acqua marina, estesi banchi di Posidonia sono localizzati nelle acque antistanti le due spiagge.
Pesci di varia tipologia sono diffusi nell’acqua, in misura nettamente superiore al restante territorio dell’isola.
Periodicamente i mezzi d’informazione fanno rimbombare notizie che evidenziano le particolarità dell’Asinara, l’articolo della La Nuova Sardegna che includiamo è del 2016 ed indica nel numero di 37 le nuove specie di organismi marini che popolano le acque dell’isola.
Le acque attorno al Faro di Punta Scorno.
Ecco, offerti alla stupefatta vista dell’intenditore, alcuni fermo-immagine del prezioso filmato di Lineablu del 2015, che abbiamo più volte citato ed ancora avremo modo di sottolineare ulteriormente nelle parti successive.
Nel primo f.i. è rappresentata una formazione rocciosa subacquea estremamente diffusa nella secca antistante il Faro di Punta Scorno popolata da organismi vegetali ed animali di rara bellezza che giocano a nascondino in una meravigliosa formazione di alghe.
Il f.i. sottostante evidenzia un genere di alghe particolari “I Sargassi” feofite (lat. scient. Sargassum) della famiglia sargassacee, comprendente oltre 150 specie distribuite nei mari delle zone tropicali, subtropicali e temperate dei due emisferi.
La presenza di queste biocenosi dichiara, senza timore di smentita, la provenienza prevalente dei venti dominanti e delle correnti che bagnano l’isola, dal lontano Golfo del Leone.
Alcune specie sono bentoniche 1), altre sono conosciute come alghe pelagiche e galleggianti, caratteristiche del Mare dei Sargassi: i loro talli sono costituiti da assi principali cilindrici (cauloidi), dai quali si dipartono elementi laterali simili a foglie con aerocisti sferiche che funzionano da organi di galleggiamento; per la presenza di queste vescicole certe specie sono state chiamate uva di mare. In geografia, Mare dei Sargassi, spazio dell’oceano Atlantico situato nell’emisfero boreale e delimitato dalle correnti del Golfo, delle Canarie ed equatoriale del Nord, la cui superficie è appunto coperta di sargassi galleggianti. (E. Treccani)
Ho già definito, in altra parte di questo sito, la zona corrispondente alla secca antistante il Faro di Punta Scorno come un acquario marino stupendo ed il filmato (che consiglio vivamente di visionare) lo evidenzia in modo impeccabile, elencando le specie di pesci presenti che riportiamo “gigantesche Cernie Brune“, “Dotti di taglie importanti” e granseole che salgono in superficie durante i periodi di accoppiamento.
Ma voglio concludere questa prima parte, con un fermo immagine relativo al romantico cavalluccio marino, una foto il cui cromatismo ha dell’incredibile……….
1 Organismi bentonici. Il bentos è la categoria ecologica che comprende gli organismi acquatici, sia d’acqua dolce sia marini, che vivono in stretto contatto con il fondo o fissati ad un substrato solido.
(…ma non può attendere!)
L’argomento è complesso e di prima grandezza.
Per renderne agevole la lettura e la comprensione, l’articolo è stato suddiviso in due spezzoni successivi.
In calce ad ognuno dei primi due articoli, il lettore troverà il pulsante per “andare alla pagina successiva“, pulsante che sarà abilitato a distanza di un giorno dal precedente.
Come spesso si cerca di fare in questo sito, l’articolo riguarderà, in questa prima parte
- le caratteristiche comuni,
- nella seconda si tratterà della spiaggia di Cala d’Arena
- e nell’ultima parte, la spiaggia di Cala Sant’Andrea.
Altre spiagge: vai a Cala d’Arena vai a Cala S. Andrea vai a Cala dei Ponzesi
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