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Van Gogh Campo di grano

Sulle tracce di Vincent Van Gogh

Ho già scritto un racconto (il link nelle note) sul famosissimo pittore  francese Claude Monet che, nella località di Giverny in Normandia in cui trascorse quarantatré anni della sua vita, fece costruire un giardino che definirejardin de Monet meraviglioso è dir poco.

In quel giardino il pittore, capostipite dell’impressionismo, realizzò una moltitudine innumerevole di opere pittoriche, con scorci ed inquadrature sempre ineguali, senza mai stancarsi, opere tutte emozionanti  per l’osservatore.

All’Asinara, qualche anno fà, ho ambientato una visita di Cloud Monet che ammirava albe e tramonti, le cale l’azzurro del mare, il profumo del rosmarino in fiore.
Questa volta la fantasia non c’entra per nulla.

Però mi corre l’obbligo di fare un passo indietro per ricordare, sia pure in modo sommario, una di quegli accadimenti, sicuramente sorprendenti che, sovente accadono a chi si diletta di questa “malattia”, il mal d’Asinara.
Ben sei anni fà, cioè il 1 febbraio 2016 ho raccontato (link in fondo alla pagina) di un acquerello, privo di firma, che ho attribuito al mio collega De Siervo e, come spesso accade nelle ricerche sulla storia dell’isola,  presumevo che qualche risultato futuro avrebbe potuto sorprenderci.

Il lettore sicuramente ricorderà l’immagine del dipinto di De Siervo (Foto1).

Il porto (De Siervo) Foto Hendel 2016

Foto 1) Il porto (De Siervo) ph Hendel 2016

Nell’estate appena trascorsa mi è stata proposta la visione di un’opera di Vincent Van Gogh (1853-1890) un personaggio dalla statura gigantesca nel panorama olandese e mondiale del postimpressionismo, uno dei suoi famosissimi quadri è “i girasoli”, eccolo in una immagine di pubblico dominio:

I girasoli di Vincent Van Gogh

I girasoli di Vincent Van Gogh

Van Gogh (1853-1890) ebbe una breve vita, molto travagliata, cui egli stesso mise fine, all’età di 37 anni, con un colpo di pistola.

Fin dalla nascita a Zundert, comune olandese  situato nella provincia del Brabante Settentrionale, il giovane Vincent Willem, ebbe vicissitudini particolari che in questa sede si sorvolano.

Dopo vari periodi sempre molto travagliati, nel 1883 tornò a vivere con i genitori, che nel frattempo si erano trasferiti a Nuenen, nel Brabante, e lo fece dopo “essersi lasciato alle spalle gli anni della formazione. Ha trent’anni, purificato dal fervore religioso e dal bisogno di sacrificarsi per il prossimo, dal sogno di una vita familiare e dalla delusione di un abbandono annientante, ha recuperato in sé una sorta di superiorità che gli consente di sviluppare la propria arte indipendentemente dalle condizioni in cui vive.”

A Nuenen crea presto i primi capolavori, i primi “Van Gogh”. Dopo cinque anni, nel 1888, il giovane Vincent si trasferisce ad Arles 1) da Parigi ed è proprio in questo periodo che dipinge il quadro “Barche con sabbia” o “Molo del Rodano” in cui si intuisce l’influenza stilistica di Gauguin, ecco l’opera:

Barche con sabbia di Vincent Van Gogh

Barche con sabbia di Vincent Van Gogh

Sorprendente vero!

Il dipinto da alcuni denominato “Molo del Rodano” raffigura tre imbarcazioni ormeggiate con scaricatori all’opera è un olio su tela  autografo di Van Gogh delle dimensioni di cm. 55 x 56  Realizzato nell’agosto 1888 ed è custodito nel Folkwang Museum sito nella città di Essen in Germania. Il fiume Rodano prima della foce si biforca ed attraversa la cittadina di Arles.

Essen - Museum Folkwang

Essen – Museum Folkwang

Non potete immaginare la mia sorpresa nel vedere la riproduzione dell’opera di Van Gogh, evidentemente De Siervo, appassionato di pittura prese a modello questo quadro dell’artista olandese, riproducendolo su cartoncino, con la tecnica dell’acquerello.

Colloco, di fianco uno all’altro, i due dipinti per evidenziarne le similitudini e le singolarità.

Barche con sabbia di Vincent Van Gogh

Barche con sabbia di Vincent Van Gogh

De Siervo (copia dell'opera di Van Gogh)

De Siervo (copia dell’opera di Van Gogh)

 

Prima di comparare, solo dal punto di vista visivo, le due opere, occorre non dimenticare che le tecniche pittoriche dell’esecuzione, sono nettamente differenti, la prima tela, quella di Van Gogh, è un olio, mentre quello, da me,  attribuito a De Siervo è un acquerello su cartoncino, delle dimensioni di cm 30 x 25.
Perciò nell’immagine del primo quadro, i  colori risaltano maggiormente, sono più carichi, e sono  rappresentate, in misura superiore, le tonalità del giallo e del verde scuro, quest’ultima caratteristica stilistica dell’olandese.

Ma permettetemi infine un rapido confronto, anche su tre particolari da cui risaltano le differenze:

barcaiolo

 

 

La naturalezza della postura del pescatore è evidente.

 

lavoratori

Anche questo ingrandimento esalta il fluido tratto dell’artista, il pescatore sta riparando le reti.

 

carriola

L’ultimo ingrandimento concerne la composizione della figura del “lavoratore con carriola” e la differente sensibilità artistica si estende dalle figure umane, alla particolare conformazione del carico della carriola (probabilmente si tratta di sabbia).

Al di là di ogni giudizio critico e di ciò che ognuno è sempre libero di pensare, ritengo corretto sottolineare che l’Agronomo De Siervo, oltre ad essere un appassionato e profondo cultore della natura in tutte le sue articolazioni, fosse in possesso di elevata capacità artistica e discreta tecnica amatoriale, che gli permettevano di esprimersi compiutamente nella pittura che era, a lui più congeniale, l’acquerello.

In questo caso, aveva preso d’esempio l’opera di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi.

E non era certo cosa semplice.

 

 

NOTE:

  1. Arles, città francese collocata nel Dipartimento delle Bocche del Rodano

     

    L’agronomo De Siervo Claude Monet

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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