Home / Persone / Accadimenti / Il dirigibile francese T
Ecausseville 2

Il dirigibile francese T

Il periodo è sempre quello in cui l’isola pullulava di persone, parliamo ancora del periodo “austro ungarico” in cui furono custoditi sull’isola i prigionieri della prima guerra mondiale (nell’immagine in evidenza un dirigibile del tipo di quello caduto al largo di Cala Reale).
La relazione pluricitata del “Campo di Prigionieri colerosi all’isola dell’Asinara nel 1915-16” ci informa di un evento fulmineo che accadde il 12 maggio 1916 ed ebbe come teatro lo specchio d’acqua della Rada della Reale e il soprastante cielo del solito azzurro primaverile.

Iniziò tutto alle ore 11 circa con l’avvistamento del Dirigibile francese “T” che procedeva, con velocità regolare, a circa 600 m di altezza s.l.m., ma durante il breve transito nel cielo dell’Asinara, in evidente difficoltà, iniziò ad avere strani comportamenti e mostrare una specie di strozzatura dell’involucro esterno in corrispondenza della cabina di pilotaggio.
Il transito del mezzo era stato preannunciato dal Comando francese al Gen. Carmine Ferrari.

DIRIGIBILE FRANCESE CM-T
(post del Sig Mauro Almaviva corredato dall’articolo giornalistico che dava notizia della caduta dell’aereomobile 20.09.2020)

Costruito nel 1915, era di forma molto allungata ed aveva ossatura in duralluminio.
La propulsione era assicurata da due motori Salmson da 225 cavalli vapore che garantivano una velocità massima di 107 km orari.
La navicella ospitava un equipaggio di 6 uomini ed era armata con due mitragliatrici.

L’equipaggio era così composto:

*René Jean Henri Caussin – Capitano del genio, comandante dell’aeronave
*Adrien Jean Leclerc Tenente Marinaio elettricista e operatore radio,
* Maurice Louis Nicolas Prouteau Aiutante radiotelegrafista
Camille Albert Brice, aiuto-pilota
*Abel Adrien Edmond Remia Tenente di Vascello
Antoine Louis Marie Berthélemy de Saizieu,

tutti periti nel disastro (con * le salme recuperate).

Il CM-T decollò da Saint-Cyr l’11 maggio 1916, diretto in Tunisia facendo scalo a Fréjus Saint-Raphaël.
Il mattino successivo il CM-T ripartì per la traversata del Mediterraneo. Attorno alle ore 11 del 12 maggio il dirigibile, navigando a un’altitudine di circa 600 m, giunse in vista dell’Asinara.
Il generale Ferrari era stato preavvertito, nel caso si fosse resa necessaria una sosta dell’aeronave.
Purtroppo, alle 11:35 il dirigibile si piegò a metà e precipitò, incendiandosi nella caduta.
La prima a giungere sul posto fu la nave cisterna Eridano che riuscì a recuperare quattro cadaveri e parte dell’involucro. Le salme di Caussin, Leclerc, Remia e Prouteau (*) furono consegnate, il giorno successivo, al comandante dell’incrociatore ausiliario francese Golo II per essere trasportate in patria.
Brice e de Saizieu non furono più ritrovati.

L’equipaggio della nave Eridano che era a Fiume Santo, per effettuare l’usuale carico d’acqua dolce di rifornmento dell’isola, si è reso conto della difficoltà del mezzo aereo e, senza indugi, interrotto il carico d’acqua, aveva fatto rotta verso il punto in cui stava avvenendo il disastro.

articolo di un quotidiano francese postato da Mauro Almaviva 21.9.2020

Articolo di un quotidiano francese (post. M. Almaviva 21.9.2020)

 

recupero salma

Una delle salme recuperate sul ponte della Eridano coperta con il drappo della regia bandiera italiana.

Il dirigibile, in evidente difficoltà, aveva puntato decisamente verso l’isola, ma dopo qualche minuto, in cui il fuoco non aveva ancora aggredito l’involucro, iniziò la rapida caduta inesorabile, fino a 200 metri dal mare, quota in cui prese interamente fuoco.

Dalla rada di Cala Reale partirono varie imbarcazioni. Quando giunsero sul punto del disastro, nulla poterono se non attendere eventuali affioramenti successivi che non avvennero.

L’Eridano aveva recuperato dal mare quattro salme, un berretto con i fregi di Tenente di Vascello con iniziali A.S. ed una parte dell’involucro del dirigibile.

Le salme furono trasportate nel Porto di Cala Reale e collocate in una camera ardente predisposta presso l’Ospedale e da li (immagine del funerale) il giorno successivo furono riconsegnate al Tenente di Vascello Charles Lorin al comando del piroscafo militarizzato francese “Golo II” che le avrebbe riportate in patria.

Immagine della riconsegna delle salme. Alla destra si riconosce l'angolo dell''Ospedale di Cala Reale

Immagine della riconsegna delle salme. Alla destra si riconosce l’angolo dell”Ospedale di Cala Reale (ph Relazione Ferrari r.g. chendel 2020)

 

Relazione Ferrari

Relazione Ferrari – All.to G 17.05.1916 firmato dal Ten. med. Dr. Marco Emilio Maj

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

Scrivi il tuo commento