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gozzo armato con vela latina

Col vento in poppa

 Guardiamo avanti!

Oggi 16 settembre 2016 salutiamo il ricovero nel nostro Ospedale  di ben diciotto ammalati gravi che chiedono di accedere a questa pagina che con la velocità con la quale si diffonde la malattia, si avvicina a passi da gigante a tagliare il traguardo, impensabile, delle ottocento adesioni.
Questa volta mi perdonerete se non scherzo, come usualmente faccio, sui nuovi arrivi poiché mi sembra giunto il momento di toccare un punto serio che riguarda il passato ed il futuro della nostra pagina ed introduco un termine nuovo per questa pagina: la manutenzione della memoria storica.

Per farlo debbo forzatamente tornare un pochino indietro, all’anno 2000 quando dell’Asinara e del suo trascorso storico pochi parlavano e nessuno scriveva tranne coloro, e non sono stati pochi, che hanno voluto lasciare “ai posteri” parole scritte su cellulosa, quindi libri.

In quegli anni ho dovuto constatare che molte persone che erano a conoscenza di fatti, circostanze, accadimenti verificatisi sulla nostra splendida isola, erano ormai scomparse e si rischiava che, trascorsi ancora non tanti anni, moltissime nozioni, tante informazioni, migliaia di sensazioni sarebbero state perse per sempre, togliendo all’Asinara una parte del suo vissuto e l’ho gridato forte.
L’isola, voi lo sapete meglio di me, oltre ai problemi che ben conosciamo, ha un habitat meraviglioso, spiagge paradisiache, un ecosistema unico da salvaguardare, ma quello che la distingue da moltissimi altri luoghi simili non è il turchese del suo mare, non è la puntura della “centaurea horrida”, bensì la sua storia, tutta la sua storia, la storia delle differenti sofferenze che hanno intriso di sudore e di lacrime la polvere che si calpesta.
Guardando d’innanzi a se “l’agronomo dell’Asinara” scorgeva due strade una, quella della divulgazione, come si dice oggi “free”, cioè libera, collegata al mondo informatico che via via stava prendendo piede, un modo di comunicare non semplice che si affermava conquistando sempre maggiori spazi di esistenza e si allargava a macchia d’olio e l’altra legata all’editoria ufficiale, alla ricerca di consenso e di benefit economici, ma quest’ultima aveva, a mio modesto avviso, due grandi limiti.

  • la relativamente ridotta diffusione poiché, ovviamente ci sono persone che ritengono, a torto o a ragione, di non poter impegnare una cifra (qualsiasi) per conoscere le ragioni per cui, in un determinato momento storico nell’isola dell’Asinara c’è stato quel cambiamento epocale;
  • e l’esigenza di impegnare molto tempo e conseguenti risorse nella confezione, nella promozione del prodotto “libro”.
immagine di repertorio

immagine di repertorio

La strada che scelsi nel 2007 la conoscete ed è stata quella della massima divulgazione poiché ho ritenuto che più persone possibile dovessero conoscere la vera storia dell’Asinara, le sue vicissitudini grandi e piccole, le sue particolarità in modo da conservare il più possibile integra all’isola la sua storia.

Sapete che il web non dimentica ed io proprio su questo concetto ho fortemente basato l’azione di “manutenzione della Memoria” che tutt’oggi ancora informa questa pagina “feisbucchiana”, quindi una pagina non già volta al passato, ma che utilizza il passato per rilanciare il futuro poiché come dice il saggio “non è ipotizzabile alcun futuro senza conoscere il passato”, la storia.

Quella storia che diventerà la vela latina, il propulsore dell’Asinara per i prossimi venti anni.

Ho assunto informazioni in ogni dove e ho cercato di raggruppare tutte le notizie relative all’Asinara in un’unica pagina che è quella degli “Affetti dal mal d’Asinara” per riportarle costantemente citando correttamente le fonti, sia per le immagini, che per gli eventuali testi.
In questo lavoro, durato ormai una decina d’anni, potrebbe essere accaduto che, qualche volta, mi sia sfuggito un particolare e sin d’ora me ne scuso con gli autori, ma se mi è giunta una segnalazione, oltre a ringraziare l’autore sicuramente ho provveduto, e lo farò anche in seguito, alla rettifica ed alla corretta citazione.

Visto che del periodo “penitenziario puro” avevamo molti candidati al racconto, allora ho rivolto il mio sguardo agli altri periodi storici attraversati dall’Asinara, ad esempio il periodo della prigionia e quello del colera che restano i momenti più contraddittori della storia dell’isola, ma molti ne restano fuori ancora.

Leonardo Delogu

Leonardo Delogu

Debbo una particolare menzione a Leonardo Delogu che ha preso su di se l’incarico di ricercare ed raccogliere documenti ed immagini storiche, successivamente inserendole nella pagina e con questo lavoro (da autodidatta) ha costituito un enorme serbatoio di immagini di particolare valore storico, immagini che, senza Leonardo, si sarebbero sicuramente perse nei meandri del web.
Lo perdoneremo senz’altro se, qualche volta, non riporta in calce all’immagine l’autore o la data, questo disguido è assolutamente in buona fede poiché le immagini che  Leonardo conserva sono anch’esse di differente origine ed è difficile ricordare l’anno in cui sono state scattate o l’autore.

Io però penso che se ci fossimo fermati dinnanzi a questi problemi questa pagina non sarebbe potuta esistere.

Ma non riesco a sorvolare sull’azione esemplare di funzione di Manutenzione della Memoria di Gianfranco Massidda, la vera pietra miliare della conoscenza all’Asinara e su quella fantasmagorica esposizione d’immagini offerte dall’arguto obiettivo di Enzo Cossu che fruga e scandaglia negli animi e nelle percezioni del suo occhio esperto per restituire a noi, visitatori della pagina, immagini di rara bellezza e sensibilità.

Ce ne sono molti altri di non secondaria sensibilità ed amore per l’Asinara che non riesco a nominare pur avendoli ben presenti ed ai quali chiedo comprensione.

L’otto febbraio 2016 ho poi messo in acqua il mio piccolo e (secondo le intenzioni) elegante gozzo, il sito www.isola-asinara.it armato con vela latina, una imbarcazione che ha per me un fascino particolare ed ho tentato di scremare le notizie, cercando di fermare opportunamente l’attenzione del lettore su quelle più particolari, che sono state “vestite” graficamente con colori appropriati ed immagini suggestive per farle apprezzare anche a chi ha gusti più difficili.

Questo gozzo stintinese con vela latina ha preso decisamente il vento in poppa ed in poco più di sette mesi, ha trasportato ben 10.264 persone, si avete letto bene e vi posso comunicare, con soddisfazione, che ha toccato le coste dell’Italia (3914), della Francia (3133), degli Stati Uniti (2122), Canada (488) e poi Irlanda, Cina, Germania, Federazione Russa, Ungheria, Giappone, fino ad arrivare in Grecia, in Argentina e finanche in Bielorussia!!!

L’Asinara in Bielorussia non ci avrei mai creduto!

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immagine di repertorio

Oggi vediamo che sempre più persone chiedono di accedere alla pagina fb degli Ammalati dal mal d’Asinara e, a differenza del periodo iniziale, si rileva che oltre a singoli, sono le imprese produttive, finalizzate a viaggi ed escursioni sulla nostra bella isola, che ci richiedono l’iscrizione.
Siamo stati lusingati quando, qualche volta ci è stato detto che la motivazione posta alla base della richiesta era quella di conoscere meno superficialmente, la storia dell’Asinara.

Qualcuno sbadatamente ha pensato di poter postare una sua locandina pubblicitaria nella nostra pagina e debbo dire onestamente che, dopo essere stati avvisati dell’infrazione alla regole, hanno prontamente eliminato il banner pubblicitario scusandosi.
Con questo non intendo demonizzare la pubblicità che persone, singole o associate, possono correttamente mettere in atto per pubblicizzare l’attività in campo turistico, dico però che le persone che svolgono sull’isola ed attorno ad essa attività produttive sono ormai moltissime (si pensi solo alle numerose strutture associative in cui operano le bravissime guide del parco) e si consideri che l’inserimento della pubblicità rischierebbe di trasformare sostanzialmente la natura della pagina che vuole essere una pagina di informazione, uno strumento di servizio ad uso di coloro che ne vogliono sapere di più.
Quindi, tornando alla pagina degli Ammalati posso affermare che non è semplicemente una pagina di fotografie del passato, né esclusivamente un ritrovo di commilitoni, ma neppure un bar di paese, con tutto quello che di buono ci può essere in ognuna delle categorie elencate.

A dispetto della scherzosa denominazione questa è già una pagina informativa e di servizio.

Preciso ancora che l’accettazione di banner pubblicitari deve essere decisa da chi gestisce la pagina, supportato dai lettori che esprimono, con i post, il loro gradimento, ma questo cambiamento sarà comunicato opportunamente ed in modo pubblico.

In seguito sarà un passo forse ineluttabile da compiere e sicuramente i futuri introiti dovrebbero andare a costituire ed incrementare le iniziative in favore dell’isola che abbiamo in animo di intraprendere.

Ma abbiamo ancora moltissima strada da percorrere prima di ritenerci un pochino soddisfatti.

Oggi spero tutti insieme si possa fare un grande passo in avanti avviando le procedure per costituire una Associazione che prenderà avvio da queste premesse e con finalità analoghe a quelle esposte, una Associazione naturalistico-culturale nel senso più largo del termine, un’associazione “no profit“ che possa dialogare con Enti ed amministrazioni in ambito naturalistico e proporre e proporsi come serio interlocutore per individuare le strade corrette con le quali si intende pensare al futuro sviluppo dell’Asinara che è, e resterà sempre…. la nostra bellissima malattia……..

Carlo

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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