Qualcuno ha mai parlato con una lucertola?
Penso proprio di no.
A me è capitato ……… davvero.
Ti vengo vicino perché sei unico!
Mi sono voltato cercando di immaginare a quale bimbo corrispondesse quella vocina maliziosa, forse a un maschietto o a una femminuccia, bionda o moro, di pelle chiara o scura…
Mentre facevo questa velocissima rassegna, sopra un masso, in pieno sole, una lucertola scaldava le sue zampette intorpidite e mi guardava, stupita del mio stupore. Mi sono accorto di balbettare, tra me e Carlo, frasi sconnesse.
Pensavo di non aver mai visto una lucertola parlante e poi una lucertola attaccabottoni!!!!!
“Sei seduto all’ombra fresca di ginepri secolari e osservi, sconsolato lo spettacolo offerto, oggi, in questo piccolo lembo di paradiso attraversato da grida e gridolini, trafitto dalla violenza dell’ignoranza che vuole tutto asservito al potere antropico ed economico.
Io” – continuò il rettile, simile ad un mostro preistorico, – “vorrei che tu toccassi con mano ciò che ci assilla, vorrei evidenziare i guasti che la tua specie procura all’ambiente… anche con la sola presenza….”
Guarda la spiaggia!
“Non la trovi spettacolare… soprattutto se riesci a non non considerare tutta quella marea di forme viventi brulicanti che non si accontentano di prendere il sole o di bagnarsi il sedere, tutti insieme, nello stesso momento, nello stesso periodo ……. no …..
“Osserva però cosa accade se, appena appena, ti sposti due metri dal bagnasciuga… “
Guarda con attenzione, le persone non si accontentano di bearsi di questo ambiente, macchè … … prima di arrivare si riforniscono di vettovaglie, cibi, bottiglie, palloni, racchette, palline, palette, secchielli, gommoncini, ciambelle, coccodrilli, in quantità industriali e tutti ………variopinti …… in plastica.
Da lontano è uno spettacolo…
Poi spalmano la pelle con quintali di olio che, insieme a tutte le pipì, una volta in acqua, restano a galla, formando uno strato impermeabile all’ossigeno…..e, se il mare non ci pensasse a portare questi “rifiuti” a terra, ….. sarebbero guai.”
Riprese fiato, osservando sorniona, con una specie di sorriso sarcastico, il mio volto atterrito, poi lentamente, socchiudendo gli occhi e voltandosi verso di me, continuò.
“E vogliamo parlare della plastica?
No, non ne parliamo perché abbiamo ancora negli occhi le immagini della gigantesca isola galleggiante di “311chilometriquadrati” nell’Oceano Pacifico, composta da 4 a 13 milioni di tonnellate di plastica che impercettibilmente si decompone ed entra a far parte della catena alimentare umana…. poi mi parlano di intolleranze alimentari.
E non ne parlo, no che non ne parlo, perché allora dovrei parlare dell’aria….. dell’energia ed in definitiva della salute umana, che fa parte dell’ecosistema, quella salute spesso barattata con il miraggio di una effimera produzione basata solo sul consumo ….
Non credi che sia giunto il tempo di cambiare il modello di sviluppo oltre che il modo di pensare ed impedire la continua produzione di plastica, rendendo economicamente redditizio il suo riuso, prima che tutto diventi impossibile e soprattutto inutile!
Le fonti rinnovabili debbono essere potenziate ed abbandonato lo sfruttamento di quelle fossili, con tutto il corollario che questo comporta di infrastrutture etc etc.
Ma cosa lo dico a fare se tu non riesci neppure a comprendere quali sono i meccanismi economico-politico e sociali messi in atto, su scala globale, per giungere a questo splendido risultato che ci inonda gli occhi.”
Tentavo di replicare…. ma la lucertola ormai mi aveva in pugno.
“Osserva attentamente l’ambiente che ti circonda, in questo preciso istante, immortala le offese e le violenze che questo ecosistema patisce, rifletti ed infine dimmi: ha un senso tutto ciò?
Ormai convinta di avere fiaccato ogni resistenza, si accinge a sferrare una serie di colpi che mi avrebbero messo definitivamente fuori gioco ….. per sempre.
“Quando avrete ridotto tutto a desertica metropoli, dove mai potrai posare la tua vista stanca?
– Dove riuscirai a stemperare il tuo iride per sentirti finalmente cullato e coccolato dall’onda marina?
Quando, come il cardellino prigioniero, cercherai lo spazio infinito dell’orizzonte e lo vedrai punteggiato di migliaia di natanti piccoli e grandi, a chi chiederai di indicartelo?
Ed il silenzio… quel silenzio rotto solo dalla risacca, a quanto verrà venduto un tanto al chilo … ma sarà silenzio artigianale o provocato da strumenti ottundenti?
Cosa risuonerà nelle orecchie che pensano di ricordare il dolce melodiare della risacca e l’arpeggio del vento che, a volte, suggerisce frasi rabbiose.
Guarda la foto emblematica e rifletti sulla didascalia: c’è scritto “pulcino” pensa cosa sia lo stomaco di un adulto di Albatross.
Se poi, qualche volta avessi l’avventura di innalzarti nell’aria sopra quei grandi uccelli metallici chiamati aerei che, per portare tra le nuvole trecento persone, vi scaricano quintali di kerosene, ogni tanto abbassa lo sguardo verso questo globo e potrai facilmente osservare la vastità di un mare, relativamente piccolo chiamato Adriatico, quasi completamente inquinato e reso sterile dagli scarichi civili ed industriali e potrai chiederti se sarebbe stato possibile tentare un differente sviluppo che comprendesse anche la tutela del mare.
Ma cambiamo scenario, lasciamo per un attimo la mia amica lucertola.
Esterno giorno.
Stintino Domenica 29 luglio 2018 ore 17,00 una webcam riprende, da Rocca Ruja, il panorama antistante.
Fermo l’immagine ogni due secondi circa.
parlavamo di barche?
ecco la nostra isola dell’Asinara
Altro ambiente, altra bellissima isola, l’Asinara e nell’ultima immagine catturata, sulla sinistra si intravvede anche la famosissima spiaggia della Pelosa, gremita fino all’inverosimile.
La webcam ogni tanto “zumma” e permette di vedere, con discreta chiarezza, inconfondibili sagome di persone che si arrampicano, come tante formiche sull’isola piana che si protende come un ponte …. verso l’Asinara.
Mi tornano in mente le ultime parole pronunciate dalla mia “lucertola attaccabottoni”:
“E perché oggi non vi avvicinate a questi ambienti con il rispetto generato dalla conoscenza del prossimo, sia esso “essere animato” che “inanimato”, umano o organismo vegetale oppure animale, ed in definitiva il rispetto sacrosanto per la bellezza di un ambiente che non è tuo e che devi contribuire a mantenere il più possibile integro per i nipoti dei tuoi nipoti.”
Dopo queste frasi, il pugile, ormai stremato e con un filo di voce ha sussurrato all’allenatore:
“Getta la spugna!”
Carlo Hendel