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La rete delle immagini

Inauguriamo oggi questo settore, non è un articolo, ma una serie di racconti, sulle immagini più significative dell’Asinara, cioè quelle immagini che, indipendentemente dall’epoca dello scatto e dalle persone ritratte, hanno una storia propria e che meritano di permanere, come emblemi dell’isola dell’Asinara,
… di non essere dimenticate.

LA STORIA DELLE IMMAGINI

Ogni immagine, nuova, vecchia o antica che sia, oltre alla bravura ed alla sensibilità di chi l’ha scattata ed in aggiunta alla rispondenza dei canoni estetici, ha una sua storia che, solo ai fini della esposizione, potremmo distinguere in questo modo:

– la storia del “momento” nel quale quella foto fu scattata, con le situazioni, (oggi  definiamo tutto sbrigativamente con un inglesismo la “location”, termine non troppo entusiasmante) con gli abiti e le persone che vi sono raffigurati e poi c’è

– la storia della “vita della fotografia”’ entrambe importantissime per stabilire l’unicità e la bellezza intrinseca dell’immagine.

Riccardo Chighini 1952 campo perdu

Non facciamo normalmente queste distinzioni, ma per dire “che bella fotografia”ci rifacciamo inconsciamente a questi criteri che, credo, valgano per tutte le immagini.

Ho voluto titolare questo pezzo “la rete delle immagini” perchè queste fotografie ti avviluppano strettamente e non ti lasciano più.
Scopriremo, al termine di questa lettura, la ragione di questa mia frase sibillina.

La foto del calesse è stata pubblicata da Elisabetta Chighini (nella foto accanto a me nel 2014) figlia di Riccardo e nipote di quel Pieruccio Chighini motorista navale della Motonave Gennaro Cantiello, persona di cui parleremo ampiamente in altra parte del sito.

Elisabetta - carlo 2014

Elisabetta ha ricevuto la foto dal padre, lo ringrazio di cuore per questo, foto che, insieme ad altre, era conservata come una reliquia, tanto Riccardo è affezionato all’isola ed ha fornito a Elisabetta alcune indicazioni: l’anno il luogo ed il nome del sacerdote che accompagnava i ragazzi.

Dopo un paio di precisazioni e senza voler allungare ulteriormente il brodo siamo giunti alla seguente conclusione; che di questa bella foto ormai si conosce buona parte della storia.

Delle numerose persone rappresentate (ben dodici) siamo riusciti ad individuare quasi tutti i nominativi o le qualifiche perchè del detenuto, che con piglio risoluto conduce il calesse, difficilmente si potrà stabilirne il nome.
Il sacerdote era Don Musina, le scolare sono: Antonietta Parodi, Luisa Parodi, Giovanna Devilla, Annalisa Massidda e Antonietta Toria, gli scolari sono; Riccardo Chighini ed il figlio del Sig. Porru che espletava la funzione di Ufficiale Postale in quel di Cala Reale.
Per un totale di ben dieci persone individuate, un bel risultato, non c’è che dire!

Ma, come un buon giallo che si rispetti, il finale della storia ci riserva una sorpresa!

Qualche sera fà (oggi è il 24 ottobre 2017) la Signora Antonietta Toria (nativa dell’Asinara) dopo averci indicato una buona parte dei nomi dei ragazzi, ci ha salutato dicendo:
Stavamo andando all’Ossario e li è stata fatta un’altra foto, seduti nella scala“…. a quel punto la lampadina di eta-beta (lo ricordate l’aiutante di Archimede pitagorico) si è accesa, sono andato indietro nella famigerata time-line del gruppo degli affetti dal Mal d’Asinara ed ecco cosa è comparso:

Asinara anno 1952 è il 25 aprile Ossario di Campo Perdu.

Asinara anno 1952 è il 25 aprile Ossario di Campo Perdu.

 

Stupefacente!
Ecco, alla sinistra della foto tutto il gruppo di bimbi che, con il calesse e accompagnati da Don Musina, si era recato alla celebrazione del 25 aprile, festa della liberazione.

La fotografia è stata postata da Leonardo Delogu (e quando mai!) ed è stata commentata il 09 agosto 2014 (tre anni fà) da Francesca Scano con varie indicazioni sul gruppo ben più consistente di circa 48 persone che, da tutte le diramazioni, si erano recate all’ossario.
Ha affermato: “…. riconosco zia Rosaria Denegri, madre di Luisa e antonietta Parodi e poi zio Antonio Vallebella…..”

E’ vero, Signora Antonietta Toria, ricordava perfettamente e all’Asinara si festeggiava il 25 aprile con una visita all’ossario di Campo Perdu.

Un ultima notazione di colore; si osservi quest’ultima immagine scattata sulle scale dell’Ossario e si potrà apprezzare come la disposizione delle persone sia stata accuratamente calcolata. Infatti le donne sono collocate tutte a destra dell’immagine comprese le maestre, gli uomini a sinistra, al centro i militari (allora lo erano) ed in basso a sinistra i bimbi.

25 Aprile
“A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale”, recitava il decreto legislativo luogotenenziale, emanato il 22 aprile 1946, proposto dal presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, e firmato dal principe Umberto II, allora luogotenente del Regno d’Italia (Ma solo il 27 maggio 1949, con la legge 260, è stata istituzionalizzata stabilmente festa nazionale).

foto di repertorio

foto di repertorio

 

 

 

carlo hendel

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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