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puledro a.canu

L’Asinello bianco

L’Asino dell’Asinara è una razza.

Qualche studioso, storce un pochino il naso a questa affermazione poiché ritiene l’Asino dell’Asinara solo una discendenza dell’Asino sardo, eventualmente con l’aggiunta dell’aggettivo “albino”, ma questo Asino nel 2009 è stato formalmente definito una “razza” al pari dell’Asino Sardo, anch’esso una razza, e credo che la maggior causa di questo indubbio riconoscimento sia costituito dalla storia stessa dell’Asino dell’Asinara, una storia che lo ha caratterizzato per moltissimo tempo, tanto da farlo ormai identificare con l’isola stessa, a prescindere dall’etimologia del toponimo.

L’asino (Equus asinus Linnaeus, 1758), chiamato anche somaro o ciuco, è una specie di mammifero perissodattilo del genere degli equini, sottogenere Asinus.
Se il muflone è stato definito il “Viceré dell’Asinara“, il candido animale di cui tratto oggi, costituisce indubbiamente il Re incontrastato dell’isola,  e lo affermo decisamente, anche a seguito di qualche semplice constatazione:
– la sua origine si perde nella notte dei tempi per cui non sarebbe impossibile farla risalire agli albori della civiltà.  

Nel 1974 il Cherchi scriveva che nell’800 il feudatario dell’isola, il Marchese di Mores e Duca dell’Asinara, importò degli asini bianchi dall’Egitto, dove vivevano numerosi e li introdusse sull’Asinara (Cherchi-Paba, 1974).img385(1) inoltre egli dichiarava “si riproduce stentatamente, mantenendosi sulla media di una trentina di esemplari o poco più…

Molti autorevoli storici, nei loro racconti, hanno testimoniato ampiamente dell’esistenza dell’Asinello bianco dell’Asinara e lo stesso Nino Giglio nel suo testo “Asinara” (Ed. Rebellato rist. del 1974) riporta uno scritto del Dott. Nino Longobardi che presenta l’animale come: il “personaggio più importante dell’isola”.

Ma la prima testimonianza documentale ci perviene con il timbro del 1989.

Infatti il Prof. Paolino Lai in uno dei suoi lavori scientifici sull’Asinello Bianco dell’Asinara, scriveva che il Sig. Umberto Massidda, all’epoca novantaduenne, riferiva di aver conosciuto, fin dalla prima infanzia gli asini bianchi e di ritenere che siano stati lasciati – perchè selvatici – dai vecchi asinaresi quando si trasferirono a Stintino nel 1885.

Queste definizioni hanno alimentato la leggenda sulle origini “esotiche” di questi animali a cui si affianca la teoria privilegiata dall’autore, sull’origine autoctona, teoria dovrei secondo cui gli asini bianchi sarebbero originari dell’isola e deriverebbero dagli asini grigi per la successiva comparsa del carattere dell’albinismo, diffusosi nella popolazione ulteriormente rafforzata dalla consanguineità generata dall’isolamento geografico, ed in misura minore, forse ad opera dell’uomo.

 

ASINO Asinara .2019jpeg

L’asinello bianco (Equus asinus var. albinaè, fuor d’ogni dubbio, il re incontrastato dell’Asinara.

Purtroppo occorre anche rilevare che, a tutt’oggi l’Asino bianco o albino, è ancora poco riconosciuto quale importante componente biologica del paesaggio dell’isola, anche se questo inconveniente può essere addebitato sia all’incertezza delle origini, che ai trascorsi molto travagliati che per la prima volta, dopo trentasei anni, possono essere in questa trattazione, esplicitati.

L’importante  ricerca del 2015 eseguita da V. J. Utzeri – F. Bertolini  – A. Ribani – G. Schiavo – S. Dall’Olio – L. Fontanesi  dell’Univeristà di Bologna dal titolo “The albinism of the feral Asinara white donkeys (Equus asinus) is determined by a missense mutation in a highly conserved position of the tyrosinase (TYR) gene deduced protein”  ha dimostrato la probabilità dell’origine autoctona della specie, operando attraverso l’isolamento e la sequenziazione del gene Tyr (tirosinasi) ed ha fornito una razionale spiegazione anche sulla colorazione di questi bellissimi animali simbolo del parco e, da sempre simbolo dell’isola dell’Asinara.

STANDARD DI RAZZA

Nel 2009, in ambito legislativo, sono stati emanati i Disciplinari e di conseguenza istituiti i “Registri Anagrafici delle razze asinine a limitata diffusione” che hanno definito gli standard di razza. In Italia sono presenti otto principali razze asinine tra cui l’Asino dell’Asinara per la quale le consistenze relative al 2015 riferiscono di 202 unità (esclusi quelli presenti sull’isola dell’Asinara).
Tutte le razze italiane di Asini, compresa quella dell’Asinara. sono inserite nella Risk Status Classification della FAO.

francobollo hendel

TUTELA E SALVAGUARDIA DELL’ASINO BIANCO

Nel corso dell’intero secolo cd. “penitenziario” quando cioè l’Asinara era sottoposta alla giurisdizione del Ministero dell’Interno prima e del Ministero di Grazia e Giustizia e della Giustizia poi, il problema relativo al pericolo di estinzione dell’asinello bianco  è stato differentemente trattato e valutato.

La normativa a livello nazionale era del tutto assente.
Per far comprendere la situazione dobbiamo fare un passo indietro e artificiosamente suddividere l’azione complessiva e centenaria dell’Amministrazione Penitenziaria in due fasi, avendo come discrimine l’anno 1982 ed  illustrare, sia pure per sommi capi, come sia possibile muoversi, entro i confini della Contabilità dello Stato, anche in campo agrozootecnico.
Bisogna tenere sempre presente che, per la pubblica Amministrazione, “ha titolo di esistere” solo ciò che, contabilmente, risulta nei registri. Nel caso del bestiame, sia brado che stabulato, il registro di riferimento era quello di “carico e scarico del bestiame” di cui si è già detto, cioè il mod. 88“.

Periodo penitenziario ANTE-1982

L’assenza della specie “Asino” nel Registro modello 88, comportava per la Direzione l’impossibilità di mettere in campo qualsiasi azione amministrativa a supporto del “bene” per cui si fà l’esempio che nella relazione che accompagnava la convenzione con il Veterinario non potevano essere menzionati gli Asinelli, bianchi o grigi che fossero.
Oppure non potevano essere acquistati con i fondi del capitolo 2092 quello destinato alle “industrie agrarie”, i prodotti veterinari per la cura degli asinelli bianchi o grigi, oppure il foraggio per alimentarli.

Di conseguenza le azioni a tutela della specie potevano essere messe legalmente in atto solo a condizione che non comportassero entrate e/o uscite a carico dell’erario.
Negli anni menzionati alcune Direzioni, più sensibili alle problematiche della tutela, riscontrando l’impossibilità di operare attivamente, ma  preoccupate per il pericolo di estinzione della specie, escogitarono la cessione gratuita degli animali verso privati “di riguardo” o enti pubblici che, attraverso convenzioni apposite, si impegnavano a incrementare il dato numerico dei soggetti in allevamento, contribuendo in questo modo, sia pure in modo improprio, anche a salvaguardare la specie.
Questa singolare prassi, oltre a diffondere la razza asinina nelle consorelle Colonie Agricole penitenziarie di Tramariglio (vedere immagine del 2019 di Enzo Cossu), di Pianosa e di Is Arenas, dette luogo ai nuclei di asinelli bianchi dell’Asinara:
– di Foresta Burgos
– dell’Università di Perugia che assegnò successivamente alcuni esemplari alla Città della domenica di cui si dirà.
– dell’Azienda agricola ” La Crucca” di cui seguiremo le vicissitudini.

Asino dell'Asinara a Porto Conte Ph. E.Cossu 2019

Asino dell’Asinara a Porto Conte Ph. E.Cossu 2019

Periodo penitenziario POST-1982

Solo nel 1982 la Direzione del Carcere, appena insediata, prese atto dell’importanza eccezionale dell’animale che fino ad allora era stato generalmente sottovalutato rispetto ad altre specie in allevamento e selvatiche e, finalmente, ne constatò il grave pericolo di estinzione.

E’ necessario ricordare che, a livello internazionale, sono considerate “a elevatissimo rischio di estinzione“, le specie o le razze di animali ove le consistenze sono collocate al di sotto dei 100 individui di sesso femminile o dei 5 individui di sesso maschile.

La Direzione dell’Istituto, nel 1984, senza attendere oltre, nella salda convinzione che la “tutela” della ‘diversità biologica’ della specie affidata, dovesse essere considerata “un‘imperativo etico perché essa rappresentava e rappresenta, in ogni tempo ed in ogni luogo, un bene indisponibile da difendere e da trasmettere alle generazioni future per il miglioramento della ‘qualità della vita ed un bene che in sé stesso ‘ha il diritto alla propria esistenza’, (D.Matassino 2003).

1985 Asino dell'Asinara consistenza.

1985 Asino dell’Asinara consistenza.

LUOGO D’ELEZIONE ORIGINARIO DELL’ASINELLO BIANCO

Gli asinelli bianchi, nell’anno 1984, costituivano uno sparutissimo gruppo stazionante nei pressi della Diramazione di Trabuccato, precisamente in località “Vigna vecchia”, ovverosia nella zona compresa tra Cala Reale e Punta Trabuccato, ove è ancora in piedi una cantina vinaria che custodisce una serie di giganteschi tini in cemento per la conservazione del vino.
asino asinara i.chelo c.hendel 2019Nella parte più vicina all’isola madre, cioè Fornelli – Santa Maria e il Castellaccio , fino al 1987, non erano presenti asinelli bianchi e grigi, quasi ci fosse un confine insuperabile delimitato dalla zona di  “Stretti”.
Il muflone si muoveva liberamente ed i cavalli avevano come luogo d’elezione la Diramazione di S. Maria.
Il personale più anziano ed informato riferiva di ipotetiche essenze erbacee, presenti a Trabuccato, che avrebbero indotto l’Asinello bianco a stabilirsi nella zona di Trabuccato.

La Direzione della Casa di Reclusione dell’epoca, come atto propedeutico, predispose l’inserimento “dell’Asinello bianco” nel Registro modello 88 e, per far ciò, dovette procedere alla conta dei soggetti selvatici esistenti che, solo in rarissime occasioni, avevano avuto contatto con l’uomo.
Gli animali quindi, a partire dal marzo del 1985, furono indotti ad entrare in un ampio recinto, appositamente predisposto nei pressi della Diramazione di Trabuccato e lasciati tranquilli, con acqua e fieno distribuito giornalmente, così da abituarsi gradualmente alla presenza dell’uomo.
Il richiamo costituito dalla distribuzione del fieno e delle granaglie ai soggetti nel recinto, indusse i restanti asinelli bianchi ad avvicinarsi alla chiusa e successivamente a lasciarsi introdurre nella tanca.

Nel momento in cui ci si accertò che tutti gli asinelli bianchi erano stati catturati, si procedette alla “conta” ed era l’11 giugno 1985.
Risultò che il numero di asinelli, rispetto alle notizie che informalmente circolavano all’epoca, si era ulteriormente è drasticamente ridotto.

PROGRAMMA DI MONITORAGGIO E TUTELA DELL’ASINO BIANCO

La Direzione dell’Asinara prese immediatamente contatto con l’Istituto di Produzioni Animali dell’Università di Sassari, trovando la più ampia disponibilità del compianto Prof. Paolino Lai e dell’allora suo assistente, il Dr. Walter Pinna, con i quali avviò una stretta e proficua collaborazione.
Con il Prof Walter Pinna la collaborazione ha poi proseguito per decenni. Fu in quell’anno che venne ideato il “Programma di monitoraggio e tutela dell’Asinello Bianco”.censimento 1985 c.hendel

Il programma prevedeva un controllo giornaliero degli asinelli, da parte della guardia a cavallo ed un aiuto alimentare all’abbisogna, distribuito soprattutto durante il periodo tardo-primaverile in cui la pressione aumentava a causa della forte competizione con altre specie selvatiche, e subito dopo, nei mesi siccitosi, gli asinelli bianchi si cibavano di Ferula (Ferula communis L.) leggermente appassita, accumulando nei propri tessuti i principi attivi dell’essenza vegetale con potere fortemente anticoagulante.
Allora, nei periodi tardo-primaverili in cui l’essenza vegetale pericolosa diventava maggiormente appetibile agli animali, gli Asinelli bianchi venivano raggruppati in un’apposita tanca di Trabuccato, accuratamente privata della Ferula, e una volta terminato il pascolo, erano alimentati con fieno e granaglie.

Il fatto che la guardia a cavallo dovesse procedere giornalmente alla conta dei soggetti in allevamento, avvicinò di fatto l’Asinello Bianco alla Diramazione di Trabuccato ed allontanò, dal nucleo di asino bianco, gli asinelli grigi che competevano fortemente sia per il pascolo che per  le femmine.

Ulteriore attenzione ed attività di tutela fu posta in essere al momento del parto delle asine bianche con l’allontanamento degli stalloni della stessa razza che, nel tentativo di fecondare immediatamente le femmine, mettevano fortemente a rischio il piccolo nato da poco.

Questo programma, validato scientificamente dal Prof. Paolino Lai, fu comunicato ed autorizzato nelle dovute forme e, dopo il via libera delle strutture penitenziarie gerarchicamente sovraordinate, fu applicato.
I risultati furono immediatamente evidenti e l’incremento dei soggetti in conta aumentò decisamente, e questi progressi furono certificati anche nei lavori del Prof. Walter Pinna ed al. che, negli anni, definirono le consistenze:

(Tab. in “Andamento Demografico e principali patologie degli Asinelli Bianchi dell’Asinara durante il quinquennio 1989-1993 AA. W.Pinna – G.M.Vacca – G.M. Cubeddu – G.Pintori (pubbll.31.10.1996)

(Tab. in “Andamento Demografico e principali patologie degli Asinelli Bianchi dell’Asinara durante il quinquennio 1989-1993 AA. W.Pinna – G.M.Vacca – G.M. Cubeddu – G.Pintori (pubbll.31.10.1996)

In soli quattro anni il numero complessivo di Asino dell’Asinara passò da 18 a 56 unità e nei successivi tre anni (1993) giunse a 78.
Questo indubbio risultato positivo fu valutato, dalla Direzione in funzione della attenuazione del pericolo di estinzione della razza, ma il programma, sia pure con leggere modifiche, venne confermato fino all’anno di chiusura e alla dismissione delle strutture penitenziarie.

1987 DIRAMAZIONE DI S. MARIA ecco UNA NUOVA CASA PER L’ASINELLO BIANCO

Nel 1987 vi fu il periodico avvicendamento nella struttura Direzionale del Carcere e successivamente anche quello della Azienda agrozootecnica.

Paventando un possibile ritorno alle proibitive condizioni della specie, fu stabilito di accelerare l’allontanamento del pericolo di estinzione, sperimentando il trasferimento di un piccolo nucleo di Asini dell’Asinara composto da 4 femmine ed 1 maschio, dalla Diramazione originaria di Trabuccato, a quella di S. Maria, dove  questi animali non erano presenti originariamente. Luogo in cui però anche gli asini grigi non arrivavano. L’assenza di asini fu accertato era dovuta, con molta probabilità   alla povertà di vegetazione della zona di Stretti, scarsa anche di essenze arboree e, per questo, non in grado di assicurar loro un percorso “gradito”.

Il nucleo di Santa Maria si integrò perfettamente nella zona di rilascio ed evidentemente, anche a causa dell’assenza del “competitor” ovvero l’asino grigio, il numero è aumentato in numero sino a raggiungere, nel censimento del 1989, la consistenza complessiva di 10 femmine6 maschi  (incrementando il numero iniziale di 5 maschi e 6 femmine nel giro di soli 2 anni ed oggi, continua autonomamente a contribuire a raggiungere le attuali consistenze complessive dell’Asino dell’Asinara.prima nasc. hendel 1987

          Nucleo di Asini dell’Asinara di S. Maria

        Anno     consistenza         nascite      morti        sesso
        1987              5            0          0
            1             0           0        maschi
            4             0           0       femmine
        1989            16              11             5            *
             6                5              1 maschi
            10                6               4 femmine

  Tab. comparativa 1987 -1989 (C. Hendel 2018) * Dati W. Pinna


LA PROTEZIONE REGIONALE

La Regione Autonoma della Sardegna solo nel 2007 col suo Programma di sviluppo rurale 2007-2013 reg. (CE) n° 1698/2005 ha inserito l’asino bianco dell’Asinara nel novero delle “Razze locali minacciate di abbandono” dichiarando: “L’asino dell’Asinara rappresenta ormai un simbolo per l’Isola in cui vive, costituiscono infatti, un patrimonio faunistico di rilevante importanza scientifico-culturale considerando che l’Isola è dal 2002 Parco Nazionale. “

Copia di s.maria 1987 hendel“Attualmente si stima che l’isola sia ormai complessivamente abitata da circa 120-140 asini albini distribuiti al centro-sud dell’Asinara”.  (Biggio
 – MONITORAGGIO E SALVAGUARDIA DELLE RAZZE ASININE AUTOCTONE DELLA SARDEGNA ATTRAVERSO ….  Tesi di Dott.to in Scienze Veterinarie) – (Parco Nazionale dell’Asinara

http://www.parcoasinara.org/it/contenuti/articoli/dettagli/636/)

La presenza del carcere, data la particolare condizione di isolamento, ha permesso di conservare un ricco patrimonio floro-faunistico, per molte specie praticamente intatto. Per quanto riguarda la fauna presente sull’isola, pur non sottovalutando l’importanza delle altre specie, l’asino bianco “dell’Asinara” ne è, senza dubbio, l’elemento tipico (Relazioni genetiche tra le popolazioni asinine della Sardegna. Analisi con marcatori molecolari. – G. M. Cosseddu, ed al – Ippologia, Anno 12, n. 2, Giugno 2001.
Sulla conservazione ambientale dell’isola dell’Asinara, sono innumerevoli  le testimonianze scientifiche che ne riferiscono; riportiamo per tutte quella recente che la definisce “una piccola, ma ancora abbastanza integra, isola del Mediterraneo.” (AA. M. T. Nuvoli , L. Loru, R.A. Pantaleoni, “Elenco preliminare degli insetti dell’isola dell’Asinara – Sardegna NW- pp 546).

Giornali on line come l’Huffington Post azzardano ancora titoli roboanti, forse con lo scopo di attrarre lettori ed in questa sede, volendo elencare tutte le notizie riguardanti questa razza, offro ai gentili lettori il sottotitolo di un articolo dell’11.12.2017 del giornale on line, con la pregevole immagine dell’asino dell’Asinara sottoriportata di Emanuela Colombo:

huffington post 11.12.2017

Allevatore Nicola Radice_ASINO ALBINO DELL'ASINARA.

Allevatore Nicola Radice_ASINO ALBINO DELL’ASINARA.][divider]

Asino dell’Asinara – sotto mentite spoglie.
E’ interessante segnalare anche la presenza di una razza di asini austriaca, denominata Österreichisch-Ungarische weiße Barockesel, che, secondo una teoria non convalidata e poco convincente, sembra possa derivare da soggetti albini dell’Asinara esportati dall’isola dopo la prima guerra mondiale.

Asino dell’Asinara  a Pianosa e poi a Is Arenas
Sempre al fine di scongiurarne l’estinzione, un ulteriore nucleo di asinelli bianchi fu ceduto alla consorella C. R. di Pianosa, poi rientrato in Sardegna; si trova attualmente nella C.R. di Is Arenas (4 soggetti hanno partecipato allo studio “Relazioni genetiche tra le popolazioni asinine della Sardegna – analisi con marcatori molecolari – G.M. Cosseddu e al.) dove convive con un nucleo di asinelli grigi.

Asino dell’Asinara a Tramariglio
Altri due esemplari, un maschio e una femmina, sono stati donati all’allora Struttura penitenziaria poi divenuta Oasi di ripopolamento di Tramariglio, a poca distanza da Alghero ed oggi, accresciuti nel numero, pascolano liberamente nel Parco di Porto Conte.

Asino dell’Asinara a Foresta Burgos (SS)
Un altro consistente gruppo di asini dell’Asinara si può rintracciare presso l’azienda di Foresta Burgos dell’Agenzia AGRIS Sardegna (tutti e 13 i capi presenti a Foresta Burgos deriva da un nucleo originario di 5 soggetti (2 femmine e 3 maschi) composto da una coppia proveniente dall’Asinara, un’altra (di proprietà privata) proveniente dalla provincia di Sassari e da un quinto soggetto maschio, di provenienza sconosciuta)

Asino dell’Asinara  a Perugia
Un gruppo di Asini bianchi di razza Asinara sono attualmente allevati ex situ nel parco “Città delle Domenica” di Perugia  (G.P. Biggio
 – Monitoraggio e salvaguardia delle razze asinine autoctone della Sardegna attraverso l’impiego di marcatori molecolari. – Tesi di Dottorato in Scienze Veterinarie – Indirizzo Riproduzione, Produzione e Benessere Animale. XXVIII ciclo – Università degli studi di Sassari ).   Il numero totale di soggetti censiti al 31 dicembre 2013 nel parco “Città delle Domenica” di Perugia è di 52 capi; 32 di questi hanno capostipiti provenienti dall’Asinara poi incrociati con soggetti ottenuti da successivi comodati con l’Università di Perugia.
gisella asinello biancoNell’ambito di questa iniziale attività è intervenuto, nel corso degli anni,  l’allevamento S. Lucia di Perugia che (si rileva dal sito dell’allevamento) dichiara: “L’intento dell’Allevamento Santa Lucia è quello di salvaguardare

immagini del sito dell'allevatore al 05.03.2019

immagini del sito dell’allevatore al 05.03.2019

e tutelare queste due razze asinine in particolare quella dell’Asinara che è più a rischio di estinzione. Il nucleo presente nell’allevamento Santa Lucia, è frutto di una collaborazione iniziata alla fine degli anni ’70 con la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Perugia aderendo ad un progetto finalizzato del C.N.R. dal titolo “Difesa delle risorse genetiche delle popolazioni animali”. Alla fine del progetto, l’Allevamento Santa Lucia, al fine di incrementare il numero di soggetti sia della razza sarda che asinara, ha messo a disposizione strutture ed ampi spazi per il loro allevamento attingendo anche al patrimonio genetico della Sardegna con scambi di esemplari provenienti dall’allora Istituto di Incremento Ippico di Sassari. Il risultato finale del lungo lavoro è stato il recente riconoscimento da parte dell’AIA con l’iscrizione degli esemplari al registro anagrafico di razza. 


LE RAGAZZE DI CAMPO PERDU

Un cenno particolare è dovuto a tre ragazze di Campo Perdu che gestiscono il Maneggio dei Cavalli i loro nomi  sono Consuelo, Cristina e Valentina, e sono assistenti al turismo equestre
Lo spirito di abnegazione e di sacrificio, la pazienza e l’impegno, non solo è accertato, ma ormai è di lunga data, Consuelo, Cristina e Valentina hanno iniziato la loro avventura all’Asinara appassionandosi sempre di più ai cavalli, ed ho notizia di vari interventi, susseguitisi negli anni anche quando è stato necessario prestare le loro attenzioni, le cure, e l’affetto anche per gli asinelli bianchi dell’Asinara.
La passione per i cavalli è sfociata nell’associazione ippica Alessandra (ASSIAL) nata l’11 novembre 1984, divenuta poi centro federale di riabilitazione equestre nel 2006 che effettua passeggiate a cavallo lungo i bellissimi percorsi presenti sull’isola.

 

asino asinara_hendel

LA VITA DELL’ASINO, RE DELL’ASINARA

Due righe finali (si fà per dire) vorrei scriverle sulla vita, condotta in libertà, di questa razza di animali, vita che si modifica in relazione agli eventi naturali, alle stagioni, alla scarsità di foraggio ed anche a seconda della quantità di sole che li colpisce.
Appena gli erbai iniziano a diventare di un verde tenero e le foglioline spuntano saporite e tenere, si succedono i parti, da fine febbraio al mese di marzo ed inizio di aprile, le madri si discostano dal gruppo familiare generalmente composto da 1 maschio adulto e da 2 – 4 femmine di differente età con i rispettivi puledri, per far nascere il piccolo che, dopo pochi minuti, è in grado di reggersi sulle gambe malferme, orientando immediatamente le sue orecchie sul suono del richiamo materno.
Altri maschi, in gruppi di due, tre individui comprendenti anche soggetti grigi, pascolano tranquillamente lontani, i più giovani terminano i giochi e sperimentano le prime competizioni simulate.
Ogni tanto l’asino più anziano emette un raglio ripetuto che indica, ai competitori bianchi e grigi, il territorio di competenza e localizza il gruppo che intanto si libera dei parassiti rivoltandosi nelle fosse di polvere che spesso si avvistano anche ai lati della strada cementata.

Recenti differenti ricerche, hanno evidenziato che questa caratteristica razza, nell’ambiente specifico, è segnata da una forma di depigmentazione, estesa a livello cutaneo ed oculare, tipica dell’albinismo, conseguente alla mancata produzione di melanina da parte dei melanociti, peraltro presenti in numero normale (Pinna et al., 1998; Pinna et al., 1999). Il blocco nella sintesi della melanina è stato individuato nel passaggio biochimico in cui avviene la conversione della tirosina in DOPA, che costituisce il principale precursore della melanina. Con ogni probabilità sono dirette conseguenze dell’albinismo anche le estese dermatiti localizzate prevalentemente sul collo e sul versante esterno delle orecchie, frequenti nei soggetti di questa razza soprattutto nei mesi estivi e la scarsa capacità visiva che l’Asino dell’Asinara manifesta negli ambienti a luce piena.

Gli studi su questa meravigliosa razza stanno continuando, anche successivamente alla ricerca del 2015 dell’Università di Bologna (sopra accennata di V. J. Utzeri) e speriamo non si interrompano mai, poiché l’attenzione sulla razza deve essere costante nel tempo.

Per definire compiutamente questo splendido animale, che ho avuto il piacere di incontrare ben 34 anni fà e non ho più abbandonato, ho inserito una immagine, scattata pelouches c.hendel 2019qualche tempo fà (foto precedente di aprile 2017), quando mi recai sull’isola a colloquio con il Direttore del Parco Dr. Pierpaolo Congiatu per offrire il mio modestissimo consiglio per il progetto della riapertura del Caseificio di Cala d’Oliva.

La lettura di questa monografia sull’Asino dell’Asinara, fino ad ora mai pubblicata, potrà fornire all’Ente Parco dell’Asinara una chiave di lettura anche sulla “protesta formale” che, personalmente e a nome del gruppo degli affetti dal mal d’Asinara, furono effettuate il 01 luglio del 2014, con la denuncia (firmata personalmente) all’allora Ministro dell’Ambiente relativa allo stato di crisi nella gestione di questa specie e sulle motivazioni della importantissima tutela che, per il futuro, dovrà essere sempre riservata all’Asino dell’Asinara.

Ferula communis L.

Ferula communis L.

CONCLUSIONI

Penso si possa concordare che nel 2019 la razza dell’Asino dell’Asinara, complessivamente intesa, si trovi in una fase di superamento della criticità di estinzione, paventata nel 1985, ciò anche in considerazione del fatto che nei Registri Anagrafici delle razze asinine (202 capi quattro anni fà nel 2015) e nelle rilevazioni scientificamente documentate, non è computato il numero di capi presenti sull’isola madre (120 capi).

E’ sempre auspicabile che durante il periodo dei parti:
– venga attenuata la pressione dell’asinello grigio che andrebbe numericamente contenuto con catture e successivi ripopolamenti in differenti zone della Sardegna;
– si ricoverino gli asinelli, nei periodi critici, in zone prive di Ferula communis L., questo per salvaguardare i soggetti che comunque soccomberebbero al consumo di questa essenza.
Date le premesse ulteriori rinforzi delle tutele risulterebbero incomprensibili ad eccezione delle comuni precauzioni osservate in ogni Parco Nazionale.
Sarebbe infine altamente auspicabile che il Parco Nazionale dell’Asinara si dotasse, quanto prima possibile, di personale sufficiente a trattare in modo congruo questo animale, in considerazione della sua unicità ed impegnasse una parte importante del suo bilancio allo sviluppo e tutela di questa razza.cartolina 1975 hendel


AGGIORNAMENTO del 09 ottobre 2022

 

Un nostro affezionato lettore Salvatore Merola ci ha scritto:

“Anche dalle mie parti in Campania e precisamente a Pignataro (CE) c”è un asinello bianco.”
E pubblica la seguente immagine cui sono seguite ulteriori inquadrature
884e8352-f098-4818-9553-1945c92f013aasinello PIGNATARO

Cartello esposto alla Sagra

Cartello esposto alla Sagra

Ingrandimento dell'esemplare

Ingrandimento dell’esemplare

 


NUOVO AGGIORNAMENTO

sul “Re dell’Asinara”    del 13 ottobre 2022

In provincia di Sassari, ed in particolare nella zona di Bancali, recentemente ho potuto rintracciare notizie ed informazioni su un altro allevamento dell’Asino dell’Asinara.

Uno degli Asinelli dell'Asinara

Uno degli Asinelli dell’Asinara

In circa un ettaro di terreno recintato, il proprietario Giovannantonio Pilo, cura ed accudisce sei fattrici ed uno stallone iscritto di Asino dell’Asinara, tutti soggetti registrati in purezza  presso l’ANAREAI (l’Associazione Nazionale Allevatori che, attraverso la fornitura di assistenza tecnica e servizi per l’attività in allevamento, vuole essere il nuovo punto di riferimento per tutti gli allevatori di 18 razze di cavallo, e di 7 razze asinine tra cui il nostro “asino dell’Asinara”).

Giovannantonio è anche il Veterinario che, da qualche anno, presta la propria opera a servizio del Parco Nazionale dell’Asinara e del CRAMA (Centro Recupero Animali Marini Asinara) di Cala Reale.

Il dott. Pilo si autodefinisce “folle” per aver voluto, ormai da vent’anni, pervicacemente difendere questa particolare tipologia di Equino.
Credo invece, che ogni tentativo di impedire l’estinzione di una razza di qualsiasi tipo di animale o vegetale, possa costituire un encomiabile motivo d’orgoglio e un contributo reale a perseguire quella biodiversità di cui tanto sentiamo parlare…..
Tanto più se si parla di un animale che porta sulle sue spalle un “basto” di storia talmente inimmaginabile che lo scrivente, in decenni di frequenza e di divulgazione scritta, non è neppure riuscito a sfiorare…..

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Una pillola di storia recente

Nell’anno 2000 Giovannantonio  Pilo  acquista, da privati, tre asine grigie, una di nome “Faina” che è tutt’ora vivente. Provengono dall’isola dell’Asinara.  Erano state date, in concessione gratuita, alla vecchia Azienda La Crucca, che le aveva a sua volta cedute, intendendo caratterizzare la propria attività puntando sull’agricoltura ortiva.
Pilo dopo l’acquisto le fa accoppiare con lo stallone “Asinara” di proprietà dell’Agris Sardegna (antico Istituto di Incremento ippico).
Dopo qualche tentativo infruttuoso, finalmente, nell’anno 2007 nasce la prima femmina bianca cui viene imposto il nome di “Quirra” e, dopo due anni, da questa nasce “Sitizzedda”.
Tutte le fattrici vengono verificate dall’Aia ed iscritte nel Registro accessorio della Razza.

azinda gG Pilo

Quando è possibile e gli impegni di lavoro lo permettono Giovannantonio Pilo carica le asine sul suo Van, per partecipare a mostre ed eventi in cui il “Re dell’Asinara” mostra tutto il suo indiscutibile fascino per grandi e piccoli.
L’obiettivo finale dell’allevatore, che ora ha istituito una “stazione di monta”, è un nucleo stabile di quindici fattrici, di questa magnifica razza.

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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