Il 10 agosto 2018 è una data memorabile.
È infatti il giorno di San Lorenzo con le sue stelle cadenti, che quest’anno si annunciano straordinarie per la loro visibilità, grazie all’assenza della Luna (la luna nuova cade l’11 agosto).
Le Perseidi, le stelle cadenti di agosto, sono minuscoli frammenti della cometa Swift-Tuttle.
Le meteore di agosto, chiamate Perseidi, sono infatti associate alla notte in cui si festeggia il santo e per questo vengono chiamate anche “Lacrime di San Lorenzo”, ma il picco di maggior visibilità numerica delle comete è previsto tra il 12 e il 13 agosto.
L’immagine della volta stellata lascia senza fiato.
Durante le ore centrali della notte, di queste notti caldissime di agosto, quando la costellazione di Perseo scivola alta nel cielo, si può assistere ad uno spettacolo unico, il maggior numero di “meteore” diventano a noi visibili…
allora …
… spengo tutte le luci esterne dell’abitazione ed essendo al di fuori del nucleo urbano, ho la fortuna di immergermi subito in un buio quasi assoluto.
Il silenzio è totale, rotto solo dal canto dei grilli che ripetono, imperterriti, le loro melodie amorose.
Giunge, da lontano, il suono dolcissimo delle dita che accarezzano le corde di una chitarra interpretando magistralmente la Sonata, n° 14, mvt. 1, di Ludwig van Beethoven …… che richiama potenti sensazioni lontane nello spazio e nel tempo.
Potrei essere ovunque.
Lascio che il pensiero fluttui liberamente, libero dalla gravità opprimente e dal caldo umido e mi ritrovo, come d’incanto, seduto sul granito a lato dell’insenatura di Cala di Ponente al Faro di Punta Scorno all’Asinara, la brezza arriva fresca dal mare sul mio viso stupito……
La risacca dondola, avanti ed indietro, sui piedi ciondolanti, mentre d’innanzi, oltre l’immenso schermo cinematografico della volta celeste, punteggiata da mille e mille miliardi di luccichii improvvisi, risplende la luce discreta della luna che inutilmente tenta di opporsi al cielo. … che spettacolo!
Altro che mozzafiato.
Dalla mia destra, con la coda dell’occhio, intravvedo il grande faro che occhieggia, indicando sempre ai marinai la rotta per il porto sicuro.
Una mano si poggia sulla mia spalla e sobbalzo voltandomi….
– Mi, a volevi fregarmi eh?
– Gianfranco! Che sorpresa, pensavo proprio di essere solo, ma come mai tu qui, come sei arrivato?
– eh, Carlo la stessa domanda posso fartela io…
– io son venuto perché era da tempo che volevo vedere le stelle cadenti e tu?
– ah ti sei dimenticato eh…. son venuto a festeggiare…
– e cosa?
– ma come cosa? Ma festeggio i miei ottantacinque anni, che tu hai dimenticato, e son venuto a festeggiarli assieme alla palma del paesello che il prete piantò il giorno del mio battesimo……
Sono ammutolito e davanti a me scorrono lente le immagini di Cala d’Oliva, arrivano gli odori del paesello d’estate quando il sole arroventa i ciottoli di granito e nessuna brezza si degna di agitare le foglie della palma di Gianfranco.
Eh si perché quella è la sua palma.
Eccola ripresa da un angolazione inusuale.
Era il 10 agosto 1933 e a Porto Torres nasceva Gianfranco Massidda.
Solo quattro giorni dopo la sua nascita il padre, il Sig. Guglielmo, detto Mino (impiegato del telegrafo di Cala d’Oliva), riporta Gianfranco in fasce all’Asinara dove è rimasto fino al 2001 il giorno del suo pensionamento.
E furono SESSANTOTTO anni all’Asinara!
“Fammi un poco di spazio”
e la voce di Gianfranco mi scuote dal torpore, mi sposto e si siede sul granito, percepisco chiaramente il calore del suo fianco.
Restiamo in silenzio…. chissà per quanto tempo ……. ore…
… quanti pensieri attraversano la mente di Gianfranco e dei suoi ottantacinque anni, forse ricorda tutte le giornate trascorse al Faro di Punta Scorno che, dall’alto, lo osserva calmo.
Dalla finestra al primo piano, quella con le persiane ormai irrimediabilmente aperte, si scorge un volto che gli sorride dolce e dall’interno il canto di una bimba risuona leggero…..
…. Non è necessario utilizzare un binocolo dal balcone della sua casa a Porto Torres per guardare la sua isola.
A cosa servono le stelle cadenti….. a non far dimenticare.