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Il volto sorridente di Gianfranco Massidda. (foto F.Bruzzichini 16.06.2015)
Il volto sorridente di Gianfranco Massidda. (foto F.Bruzzichini 16.06.2015)

Levante un guscio di legno

Gianfranco Massidda

E’ stato uno degli ultimi guardiani del faro “il fanalista dell’Asinara”, l’ammalato per antonomasia dell’isola, sicuramente il primo degli “affetti dal mal d’Asinara” dei nostri tempi.

Conoscete la storia di Levante?
(La storia di una barca, la storia di un uomo)

La linea slanciata di Levante si confondeva con i riccioli dell’onda all’orizzonte e filava leggera, senza apparente sforzo, anche tra i marosi più avversi.

La figlia di Gianfranco, Marina Rita Massidda, scrive sulla sua pagina fb:
“La barca e’ stata costruita nel 1945 dal nonno paterno Guglielmo (detto Mino), residente una vita intera all’Asinara. Il nonno Mino è stato, in tempo di guerra Maresciallo di Marina, poi esercitò la funzione di impiegato postale nell’isola.
Nonno “Mino” costruì e realizzò questa barca di 4 metri e mezzo ricavandola da un tronco di “pino di Corsica” portato dal mare che fu tagliato dai detenuti con una sega a mano. Le coordinate della barca furono realizzate in legno di olivastro stagionato.
Alla barca fu dato il nome di “Levante“.

“Dopo il nonno Mino, anche mio padre continuò a vivere il blù su questa piccola barca sulla quale visse tante vicende emozionanti in un BLU’ infinito e brillante più delle stelle”

Ma la storia di Levante la facciamo raccontare dallo stesso Gianfranco nel breve filmato preceduto dalle parole di Angelo Dedola che lo ha girato: “Questo pomeriggio col nostro amico, (Gianfranco Massidda ndr) considerata mente storica dell’Asinara, mi son fatto raccontare la “vita” di quel guscio di legno, a partire dai salvataggi effettuati, sino ad arrivare alle abbondanti battute di pesca! Ascoltiamolo!
Ringrazio Angelo Dedola, Usai Valter e Marina Rita Massidda per i loro fondamentali contributi. Carlo


Gianfranco è parte di una famiglia che ha fatto la storia dell’isola, una genealogia di cui abbiamo già scritto in questo sito, una famiglia che è vissuta sull’isola dell’Asinara ininterrottamente per 128 anni, sin dal lontano 1888, quando il suo nonno Francesco, originario di Gesturi sposò il 13 febbraio la diciannovenne signorina Anna Marri,  di una famiglia di commercianti faentini e si trasferisce nell’isola.

Gianfranco, oltre che un carissimo amico è persona di una modestia unica, di gentilezza squisita che sovente, senza darlo a vedere, unisce alla sua sterminata conoscenza dell’Asinara che, difficilmente, potrà essere altrimenti rintracciabile.
Mi sono ripromesso di scrivere tantissimo di Gianfranco Massidda, e sicuramente altri lo faranno meglio di me,  potrei narrare delle sue grandi battute di pesca… nei periodi in cui i fondali dell’isola erano superpopolati di pesci di notevole mole, cernie, ricciole, spigole, corvine dentici erano le prede di Gianfranco pescatore sempre ecologicamente compatibile  poiché il suo intento non era soltanto “predatorio”, ma intendeva assolvere anche ad una funzione di regolazione ecologica della “risorsa mare”.
La Famiglia di Gianfranco Massidda (foto 1965)

Gianfranco, Marina Rita e la moglie Pina Sechi (foto 1965)

 

Per la mia vicinanza posso testimoniare l’affetto sincero di Gianfranco per il suo faro di Punta Scorno, della sua minuziosa conoscenza dei fondali dell’isola, la padronanza storica che possiede sulle vicende che hanno interessato l’Asinara nelle differenti epoche, e potremmo spaziare giungendo a dissertare sullo sterminato archivio fotografico.
Passioni che, insieme al carattere risoluto ed al grandissimo amore per il mare, Gianfranco ha trasmesso a Marina Rita.

pesca al faro di Punta Scorno

pesca al faro di Punta Scorno

Nel lontano 2007 scrivevo:

“Sinceramente avrei voluto leggere sul quotidiano “La Nuova” di oggi questa notizia “Il Sindaco di Porto Torres conferisce un’onorificenza a Gianfranco Massidda il fanalista dell’Asinara”.

Insieme ai componenti la pagina degli  “ammalati dal mal d’Asinara”, di cui sono immeritatamente l’ideatore e gestore, abbiamo lavorato perché questo evento finalmente avesse luogo e lo scorso anno, precisamente Martedì 8 settembre 2015, nell’ambito della manifestazione in commemorazione delle vittime dell’affondamento della Corazzata Roma, il neo Sindaco di Porto Torres Sean Christian Wheeler ha conferito a Gianfranco Massidda una pergamena del Comune di Porto Torres in cui è possibile leggere:

A Gianfranco Massidda

Turritano, ultimo guardiano del faro dell’Asinara, memoria storica dell’isola. 

Appassionato narratore delle vicende che hanno interessato, nel Novecento, il Golfo dell’Asinara.

Custode di racconti ricchi di particolari e capaci di trasmettere all’ascoltatore un grande amore per l’sola parco e per il suo territorio.

    L’Assessore alla Cultura                                   Il Sindaco
           Antonella Palmas                          Sean Cristian Wheeler

La motivazione del riconoscimento.

La motivazione del riconoscimento.

 

Gianfranco con la figlia Marina Rita.

Gianfranco e Marina Rita.

Gianfranco e Marina Rita con uno dei reduci della Corazzata Roma

Gianfranco, Marina Rita e un reduce.

lintervista a Gianfranco Massidda

Gianfranco Massidda racconta….

Nella  ricerca continua di documentazione dei fatti, delle storie dell’Asinara ricorre una frase che Gianfranco ha sempre ripetuto nelle numerose interviste rilasciate nel corso degli anni e riportata anche in quella concessa al quotidiano sardo “La Nuova” del 13.11.2006 laddove, parlando dell’Asinara il giornalista Pinna riferisce che Gianfranco
 
“sull’isola dell’Asinara
non ha lasciato solo le sue passioni
e i suoi ricordi……. 
molto, molto di più, …
è rimasto il suo cuore!”
La famiglia del guardiano viveva al secondo piano della torre del Faro di Punta Scorno: «Ogni camera era grande quanto un appartamento», dice Gianfranco Massidda, che tra l’altro racconta come spesso, grazie al suo particolare punto d’osservazione, sia stato possibile salvare numerose imbarcazioni e vite umane.
Ricorda ancora di aver inchiodato tutte le finestre del complesso per evitare lo scempio del vento e di aver lasciato all’interno del faro due mobili di pregio realizzati in legno di ginepro, ora le finestre sono state aperte da persone in visita ormai il vento attraversa tutte le stanze del fabbricato.
Il fanalista racconta che aveva dieci anni e che non era al faro quando (alle 15,10 del 09 settembre 1943) assistette all’affondamento della Corazzata Roma, era a Punta Sabina e per lunghi anni, quando l’interesse per la riscoperta della storia dell’Asinara non era poi così vivo, ha sempre indicato le coordinate precise del punto del suo affondamento, ma questa è un’altra storia che merita di essere narrata.
Oggi Gianfranco, dopo essersi alzato, si reca alla finestra della sua abitazione a Balai (Porto Torres) da dove si apprezza nettamente la sagoma dell’Asinara. Accanto a lui, su una mensola, un binocolo gli fà l’occhiolino perché a volte viene utilizzato e, prendendolo mi dice:
“Quando non c’è vento ed il mare è calmo riesco a vedere anche le campagnole che conducono i turisti su e giù per punta Sabina e se le condizioni sono favorevoli posso addirittura contare il numero di passeggeri che transitano a piedi per la stradina che conduce alla spiaggia…..”
Gianfranco, dal suo posto di osservazione, riesce a vedere agevolmente l’isola e questo è di grande conforto per lui, ma non può vedere il  suo faro di Punta Scorno
ed è la che ha lasciato il suo cuore.

Ringrazio Francesca Amadori che ha consentito la pubblicazione della particolare immagine del Faro di punta Scorno.

Particolarissima inquadratura del faro di Punta Scorno ad opera di

Particolarissima inquadratura del faro di Punta Scorno ad opera di Francesca Amadori

AFFETTO PER L’ASINARA

Per coloro che non l’avessero visionato nella pagina fb degli affetti dal mal d’Asinara, ripropongo il breve filmato dell’intervista di Anna Sanna e Davide Mosca del 2010 al Sig. Gianfranco Massidda autorevole memoria storica dell’isola.
Nell’elaborato si possono rilevare anche le intenzioni del Parco Nazionale dell’Asinara enunciate dal Direttore Pierpaolo Congiatu.

Nel filmato Gianfranco Massidda parla del guardiano dell’Asinara….
ovverosia ….. del Faro di Punta Scorno e  si può visionare lo stato di alcuni locali del manufatto, purtroppo non in buone condizioni.

 

 

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carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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