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Senza nome 2

Hieronimu Araolla

In questo sito non è possibile che altri inseriscano alcunché, però spesso quello che appare è il frutto di molto lavoro, composto da tante partiture di un armonico spartito musicale,  molti collaborano fattivamente come fonti di ispirazione, altri con le loro modalità di elaborazione, altri ancora con le ricerche informatiche e/o storiche. Ognuno partecipa alla formazione degli articoli con la propria natura ed attitudine, base comune è, per tutti, proprio l’affetto per l’Asinara.

Le immagini che, ad esempio, vengono utilizzate nella fase di redazione, mi dicono, siano sempre molto avvincenti, proprio per la loro peculiarità di lasciar trasparire oltre la loro stupefacente bellezza, l’amore per questa singolarissima isola che riesce ad “indossare” ogni fantasia.

La “memoria” costruisce il futuro

Altre immagini e/o storie vengono appositamente costruite, secondo l’esigenza dell’argomento da accompagnare.

Effigie del XVI secolo (elab, gr. chendel 2020)

Effigie del XVI secolo (elab, gr. chendel 2020)

Si ricerca sempre la diversificazione del tema di fondo dell’articolo, per non appesantire la narrazione. Non sempre si riesce facilmente nell’intento, sopratutto quando si fanno riferimenti all’archeologia, alla storia, ai fatti accaduti sull’isola che hanno la necessità di rispondere al criterio della successione temporale.
Altre volte la fantasia prende il sopravvento ed allora l’utilizzo della poesia è necessario, l’accostamento diventa ardito e si ricerca la similitudine mai banale.
Spesso poi, su tutto, domina il caso, che supera ogni più ardita coincidenza, sempre in agguato a sorprenderci e stupirci, me per primo.

Giano bifronte

Giano bifronte

Sulle strade polverose dell’Asinara, un futuro in movimento

Nel corso degli anni trascorsi insieme, in questa lunghissima scorribanda per le strade, una volta polverose, dell’Asinara, molti di questi volti e tutti i nomi li avete visti e rivisti, imparando a riconoscerli ed amarli, tanto che ora non mi azzardo a citarli, per evitare di dimenticarne qualcuno.
Ma quanto ho appena espresso non è sufficiente ancora a definire questa pagina e questo sito che ha appena festeggiato il suo quinto compleanno con una torta gigantesca, composta da 130 articoli (il presente è il 130°). Un sito che non vuole solo essere un “racconto struggente del passato“, poiché non avrei mai potuto pensare ad un sito con la testa rivolta soltanto all’indietro.
Questo è il sito dell’Asinara in cui “la storia”, quella piccola di tutti i giorni e quella immensa che l’isola ha attraversato nel corso dei secoli, sono solo due degli elastici trampolini, necessari a spiccare il volo verso il futuro.
Un futuro in perenne movimento, destinato a coinvolgere attivamente nuove generazioni, interessi, nuove professionalità e competenze.

91223354_625665477995049_4354219591073792000_nQuello che oggi pubblico è un articolo, ricercato e cortesemente sollecitato da Agostino Schiaffino (foto a lato), persona che dimora in quello stesso luogo in cui la maggioranza degli antichi abitanti dell’Asinara si trasferì, subito dopo l’esproprio, e stando così vicino, evidentemente, si è talmente “ammalato” che (solo per fare un esempio) è stato in grado di rintracciare, in rete, le immagini delle imbarcazioni (piroscafi ed altri natanti) che nel 1915 – 1916 hanno partecipato al ponte navale, messo in atto dall’Italia per il trasferimento dei prigionieri Austro Ungarici dal porto di Valona all’Asinara.
Ma, senza difficoltà, posso menzionare la paziente traduzione dal cecoslovacco del libro “le Memorie” di Jaroslav Janda che narra delle vicende del periodo di prigionia di cui, in seguito, forniremo notizie più approfondite.


E arriviamo dunque, a scrivere di un breve testo di Gerolamo Araolla, conosciuto anche come Hieronimu Araolla (Sassari, XVI secolo – Roma, 1615), Gerolamo è stato un poeta e presbìtero (1) sardo, vissuto alla metà del ‘500 che scrisse, come era d’uso, un componimento sulla vita e la morte dei Martiri turritani – con il seguente titolo:


SA VIDA, SU MARTIRIU, ET MORTE
DESSOS GLORIOSOS MARTIRES
GAVINU, PROTHU, ET GIANUARI
.


ecco il frontespizio dell’opera:copertina
In quest’opera l’isola dell’Asinara è incidentalmente citata come luogo di detenzione di Proto, in termini agiografici (2) e fantasiosi.

Hyeronimus Araolla - 15822256_n copia Un documento, a mio avviso, pregevole poiché montato su carta dell’epoca, come pure la sua traduzione, una modalità che contribuisce a farci apprezzare il testo nel quale l’autore descrive, con i criteri sopracitati, le fattezze dell’Isola Cornicularia come veniva chiamata dai viandanti e che, proprio nel XVI secolo, muta la sua denominazione in “Asinara”.

traduz su carta chendel 2020

 

Sulla denominazione “Cornicularia” c’è da aggiungere una finale informazione relativa al termine che richiama un “fungo” collocato in una divisione “Ascomiceti” che comprende le essenze che producono spore in un caratteristico tipo di sporangio chiamato asco (dal greco = “sacco”, “otre”).

cornicularia aculeata quella immortalata nell’immagine precedente è la “Coricularia spinosa“.

Si ringraziano sentitamente gli amici Agostino Schiaffino e Giuseppino Poddighe per i loro contributi essenziali.

 

legenda:
(1) Presbitero, importante figura di riferimento nella chiesa antica, che corrisponde all’attuale definizione di sacerdote.
(2) Agiografia: disciplina avente per oggetto la santità e il culto dei santi

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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