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cala reale Hendel 18.04.2017 - 1

La lunga strada di Zi Peppe

Ho conosciuto Giuseppe Luzi agli inizi degli anni settanta, già da qualche anno si era trasferito a Villa S.Stefano.

Chi scrive queste parole è un lontano familiare di “zi Peppe” il Sig. Augusto Anticoli che continua nel racconto: “Mia nonna materna, infatti, era cugina di primo grado della mamma di “Zi Peppe“. La cosa che mi colpì di lui era il suo spirito indipendente e la disponibilità nei rapporti umani, caratteristiche che lo hanno sempre accompagnato nel corso degli anni. Un personaggio unico nel suo genere, si è imposto nel nostro territorio (Villa S Stefano n.d.r.) quale punto di riferimento importante per molte persone.

Ma chi è questa persona e cosa ha in comune Zi Peppe con l’isola dell’Asinara?
Se qualcuno ricorda, parlai (nel pezzo che riguardava le evasioni dall’isola dell’Asinara “innocenti evasioni” 03.10.2016) di un avvenimento, riferitomi da Gianfranco Massidda, che riguardava un detenuto palermitano che, dopo un evasione, fu ricatturato  nella città di Sassari.
G. Luzi asinara (chendel 2018)L’amico Leonardo Delogu, da poco, mi ha inviato un messaggio con il link della storia di questo Brigadiere che ha prestato servizio all’Asinara nella Diramazione di Fornelli
Ringrazio Leonardo Delogu che, con le sue appassionate ricerche, contribuisce non poco, a riannodare i fili di un racconto complessivo che riguarda l’isola dell’Asinara.

Il Brigadiere che catturò l’evaso era proprio Zi Peppe e questo era la modalità confidenziale con la quale, gli amici solevano chiamare Giuseppe Luzi, il Brigadiere del Corpo degli Agenti di Custodia Giuseppe Luzi in servizio, per sette anni, all’Asinara.

I punti salienti della vita di Giuseppe Luzi

Nasce a Giuliano di Roma il 15 dicembre 1912 insieme a due fratelli e fino alla partenza per il servizio militare non esce dal suo paese per volontà della sua dispotica nonna paterna che, per evitargli le “cattive compagnie” gli impedisce addirittura di frequentare la scuola.

Nel 1936, parte volontario per l’Abissinia, dove con la sua meritoria opera in servizio, Peppe ottiene la prima decorazione della sua vita: la Croce al merito di guerra, riceve anche il distintivo d’onore rilasciato dal Ministero della Difesa.

Nel 1938 Peppe parte volontario per la Spagna, ma viene dirottato, per un anno, a fare servizio come guardia di frontiera sulle Alpi Carniche.

Nel 1940 viene spostato sul fronte greco-albanese e qui, per i suoi grandi meriti di servizio, gli viene conferita un’altra decorazione: la seconda croce di guerra della sua carriera militare. L’anno successivo rientra al Comando Legione della Milizia a Piacenza, dove prestava servizio effettivo e viene trasferito a Roma.

Nel marzo del 1941, mentre passeggiava lungo Ponte Garibaldi a Roma, Peppe resta colpito dal portamento e dalla compostezza di un gruppo di

Asinara - Cala Reale Coppia di Gabbiano Corso ph c.hendel18.04.2017

Asinara – Cala Reale    –   Coppia di Gabbiano Corso        (ph c. hendel 18.04.2017)

Agenti di Custodia. Viene a conoscenza che nella struttura, allora militare, accolgono solo soldati decorati e Zi Peppe si arruola.
Nel 1941 partecipa al corso di tre mesi nella scuola di Portici e la sua prima destinazione è il carcere dell’Asinara, dove resta fino al 1948, sono sette anni trascorsi nella splendida isola della Sardegna, dove il clima mite e la bellezza dell’ambiente, contengono anche il mondo carcerario.

L’evasione di Raffaele Moschitto.

Un detenuto di origini palermitane, Raffaele Moschitto segna comunque la vita del Brigadiere Luzi e quando viene condotto all’Asinara dove scontare una lunga pena per aver ucciso un ufficiale e il Direttore lo assegna alla Diramazione di Fornelli. Durante il turno in cui presta servizio il Brig. Giuseppe Luzi, Moschitto riesce ad evadere, attraversando a nuoto lo stretto di Fornelli, ma viene quasi subito ripreso e trasferito nel carcere di Pianosa.
Dopo qualche mese Moschitto riesce nuovamente ad evadere anche da Pianosa e a far perdere le proprie tracce.

Cartolina viaggiata

Cartolina viaggiata

Zi Peppe è sempre in servizio presso l’isola dell’Asinara, e l’onta dell’evasione gli brucia moltissimo, ma viene a conoscenza della successiva evasione di Moschitto da Pianosa, e si propone, in cuor suo, di riuscire in qualche modo a catturarlo. Qualche tempo dopo, libero dal servizio ed in borghese, Zi Peppe si reca in licenza breve a Sassari. Passeggiando lungo il Corso Vittorio Emanuele scorge, fra la gente un tipo che somiglia moltissimo a Raffaele Moschitto, ma indossa una divisa da sergente.
Si avvicina alla persona e dopo essersi qualificato, gli chiede spiegazioni e documenti, l’uomo non li mostra e nega nel modo più assoluto di essere l’evaso Raffaele Moschitto.
Improvvisamente però, temendo di essere catturato nuovamente Moschitto fugge, il Brig. Luzi lo insegue, lo raggiunge ed in una violenta colluttazione, lo immobilizza a terra,  poi lo conduce in una vicina stazione dei carabinieri, commettendo però un grave errore: infatti il comandante della caserma, redigendo il rapporto, si appropria del merito della cattura.
La carriera di Zi Peppe avrebbe avuto un salto di qualità qualora gli fosse stata riconosciuta la cattura dell’evaso.

Solo molto tempo dopo ed accertata l’esatta dinamica dell’episodio, il Brig. Giuseppe Luzi riceve la decorazione: una medaglia d’argento al merito di servizio.

luzi_medaglialuzi_targa_commemorativa

Riceve anche una lode solenne del Guardasigilli (Ministro della Giustizia) che recita: “ha affrontato e catturato da solo l’evaso Raffaele Moschitto, fornendo prova d’abilità e coraggio.”


Zi Peppe chiede il trasferimento dall’Asinara per avvicinarsi alla sua famiglia e viene trasferito nelle carceri giudiziarie di Latina.
Successivamente ottiene di essere trasferito nel carcere di Rebibbia, poi a Velletri nell’Ufficio Conti Correnti dove resterà fino al congedo che avverrà il 20/09/1966.
All’età di 92 anni  nella sua amata Villa S. Stefano scompare “Zi Peppe”.

Le immagini ed i testi, liberamente riadattati, sono del sito http://www.villasantostefano.com/villass/giuseppe_luzi/3.htm

carlo hendel

Carlo nasce nei primi mesi del '50 e trascorre la sua infanzia a Roma, nella zona centrale della capitale, a “due minuti a piedi” da Piazza di Spagna. Di padre polacco e con la mamma abruzzese, Carlo aveva un fratello in Polonia, ed ha tre sorelle: una in Polonia e due in Italia. All'età di 22 anni si trasferisce nel paesino abruzzese di Barete e vi svolge attività libero-professionale per circa dieci anni. Consegue la nomina, da parte del Ministero di Grazia e Giustizia, alla Direzione Agrozootecnica della Casa di Reclusione dell'Asinara, evento che lo farà incontrare con l'isola e con la Sardegna. Vive e lavora con passione all’Asinara, per circa cinque anni, dal 1982. Alla vigilia della trasformazione dell’isola in Parco, partecipa come coautore, al volume “ASINARA” Storia, natura, mare e tutela dell’ambiente (Delfino Editore 1993) curato da A. Cossu, V. Gazale, X. Monbaillu e A. Torre, per la parte riguardante la Storia agricola e l’ordinamento carcerario. ------------------------------------------------------------------------------ L'Asinara non sarà più dimenticata. Blogger dal 2000 sotto vari pseudonimi, e con svariati blog. Nel 2007 pubblica una nota "L'Asinara - La storia scritta dai vincitori" con la quale, per la prima volta, rivendica per l'isola il suo "diritto inalienabile alla storia". Nel 2016 pubblica questo portale personale investendo notevoli energie e risorse solo con l'intento divulgativo e per testimoniare la storia dell'isola senza preconcetti o preferenze, per tutti i periodi e le vicissitudini attraversati dall'Asinara. Prosegue la sua attività lavorativa prima a Castelfranco Emilia (MO), poi a Roma (D.A.P.) ed infine a Viterbo ove maturerà il tempo della agognata quiescenza. All'età di 59 anni la sua vita cambia in modo importante, ma non è questa la sede propria di siffatta narrazione. -------------------------------------------------------------------------------------- Si definisce, da sempre, un ecoagricoltore e ancora oggi, produce olio biologico extravergine di oliva per autoconsumo, coltiva il suo orto con metodi esclusivamente naturali ed alleva animali da cortile. Carlo spesso ama dichiarare di aver avuto cinque o sei vite, ora ha due splendidi nipotini ed un diavolo per capello! Il resto lo lasciamo ai posteri......

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